- Materiali sintetici. Gli abiti low cost spesso sono realizzati con materiali come poliestere, nylon, acrilico, che sono meno traspiranti e tendono a deteriorarsi più velocemente. L’importante è leggere bene l’etichetta, e non fermarsi soltanto al prezzo.
- Cuciture. Devono essere dritte e uniformi.: se notate che sono disordinate, sfilacciate o se si vedono fili che sporgono, probabilmente si tratta di un prodotto di bassa qualità.
- Cerniere. Quelle dei capi low cost tendono a bloccarsi facilmente, a rompersi o a non scorrere con facilità. Controllate sempre che la zip funzioni bene.
- Finiture e orli. Gli orli devono essere ben cuciti e piuttosto netti, senza sbavature o cuciture che si staccano.
- Forma e vestibilità. Un abito di qualità, anche se low cost, dovrebbe mantenere la sua forma dopo averlo indossato. Se il tessuto si deforma facilmente o perde la sua forma dopo averlo indossato per qualche ora, la qualità è probabilmente bassa. La qualità si vede anche nella vestibilità, che non dovrebbe essere troppo rigida o scomoda.
- La prova del tatto. Se un capo appare ruvido o poco piacevole al tatto, potrebbe trattarsi di un prodotto molto scadente, e quindi inutile. State solo sprecando soldi, mentre vi illudete di aver fatto un buon affare.
- Durata: i capi economici tendono a perdere colore o a deformarsi dopo pochi lavaggi. Controllate sempre le istruzioni di lavaggio e vedete se ci sono indicazioni sulla resistenza del capo.
Il generale l’industria del low cost fa leva su alcuni fattori. Il primo: sono brand che riescono a fare grandi economie di scala, nella produzione come nella distribuzione. E questo consente di abbassare i prezzi. Secondo: nei negozi ci si serve quasi sempre da soli, e il personale è concentrato soltanto alle casse. Altro risparmio che incide molto sui costi di produzione. Terzo: generalmente, la produzione di questi capi è localizzata in paesi, come l’India o il Bangladesh, dove la manodopera è ancora a basso prezzo e spesso le condizioni ambientali sono quelle di un moderno schaivismo. Quarto: in alcuni casi i capi sono realizzati invece a chilometro zero, ovvero nella stessa zona dove vengono distribuiti. E tagliare alcuni passaggi, dal produttore al consumatore, significa un enorme risparmio nelle spese. Ma a questi fattori bisogna comunque aggiungerne un altro, molto frequente: la scarsa qualità dei prodotti. Quanto basta per sprecare i propri soldi.
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