Plastic tax: l’imposta, sospesa per il Covid, entrerà in vigore nel gennaio 2021

La tassa sugli imballaggi in plastica non riciclati potrà arrivare fino a 80 centesimi al chilogrammo. Per le opposizioni si tratta di un mezzo per fare cassa che danneggerà la filiera, per il governo invece è una misura indispensabile per diminuire l’impatto ambientale. Ecco di cosa si tratta

“Dal primo gennaio 2021 partirà la plastic tax. L’abbiamo sospesa per l’emergenza Covid, ma posso confermare che dal prossimo anno entrerà in vigore”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, che ha smentito le voci di un possibile stralcio della misura. Contenuta nel disegno di legge “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020”, l’imposta è stata molto contestata dalle opposizioni, che accusano il Governo di aver imposto una nuova tassa solo per reperire le somme necessarie a finanziare la ripresa economica . Inoltre, secondo i critici, la misura danneggerà gravemente una filiera che in Italia è tra le produttive: nel settore lavorano 11mila imprese, con 110mila dipendenti, che ogni anno producono circa 30 miliardi di fatturato.

PLASTIC TAX

Il Governo difende ovviamente la misura e Legambiente parla di una norma sacrosanta, seppur migliorabile. La decisione dell’esecutivo si inerisce in un contesto comunitario: l’Unione europea sta studiando da anni misure per porre un argine alla diffusione dei prodotti in plastica, specificamente, quelli più nocivi per l’ambiente. Per questa ragione, quella che entrerà in vigore a gennaio sarà una vera e propria plastic tax europea, che verrà calcolata in base al peso dei rifiuti per un ammontare di 0,80 euro per chilogrammo.

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PLASTIC TAX COSA PREVEDE

La misura, come si legge nelle conclusioni del vertice europeo sul Next Generation EU e bilancio 2021-2027 di luglio, servirà anche a finanziare l’importante esborso previsto per il Recovery fund: “Come primo passo, sarà introdotta una nuova risorsa propria basata sui rifiuti di plastica non riciclati che si applicherà a decorrere dal 1 gennaio 2021”. L’Italia riceverà dal piano straordinario approvato dal Consiglio, che dovrà essere ratificato dal Parlamento europeo, 209 miliardi, una cifra superiore rispetto ai 172,7 del piano originale della Commissione, ma a salire è soltanto la quota di finanziamenti (da 91 a 127), mentre resta invariata la quota di contributi a fondo perduto.

Una volta entrata in vigore la tassazione prevedrà un meccanismo regressivo per evitare che il peso dell’imposta sia troppo gravoso per le fasce di reddito più basse. Quel che sembra inevitabile, invece, è che avrà un forte impatto sui consumi finali, con un inevitabile aumento dei prezzi degli imballaggi, che per le regole del mercato tenderanno ad essere meno diffusi.

QUALCHE BUONA IDEA DI RICICLO DELLA PLASTICA:

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