I morti per il caldo continueranno ad aumentare in Europa, fino a triplicarsi entro il 2100, la fine del secolo. All’attuale ritmo della crisi climatica, secondo uno studio pubblicato su Lancet Public Health, entro la fine del secolo si passerà dagli attuali 43.729 morti per il caldo estremo, a 128.809 vittime delle temperature sempre più alte. E l’Italia è uno de paesi più colpiti dal fenomeno: i circa 10mila decessi attuali diventeranno quasi 30mila entro la fine del secolo.
Lo studio, nel quale sono stati analizzati i dati provenienti da 854 città europee, è la prima mappatura completa, con la relativa proiezione del fenomeno, che colpisce innanzitutto le persone anziane (over 80) e va di pari passo con l’invecchiamento della popolazione. La sfida sarà di adattare i sistemi sanitari nazionali a quella che non è più un’emergenza ma una patologia diffusa a tutti gli effetti, considerando che in Europa, in molte aree delle coste mediterranee, le temperature sopra i 40 gradi sono diventate la norma, e l’estate si è allungata fino a essere diventata una stagione che comprende non più tre, ma cinque mesi dell’anno. L’unica consolazione, in questo quadro così sconfortante, è che, per un effetto inverso, entro la fine del secolo diminuiranno in Europa, specie nei paesi del Nord, i morti per il freddo.
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