Antonietta diventa imprenditrice grazie alla cipolla di Alife

In provincia di Caserta una giovane donna ha fatto rivivere un'antica coltura, per non sprecarla. La sua produzione è un Presidio Slow Food

PRESIDI SLOW FOOD CAMPANIA

ANTONIETTA DIVENTA IMPRENDITRICE GRAZIE ALLA CIPOLLA DI ALIFE

La cipolla di Alife, in provincia di Caserta, ha un’antichissima tradizione ed è uno dei tipici prodotti dell’agricoltura locale. Eppure rischiava di scomparire,essere dimenticata e sprecata. A farla tornare al centro dell’attenzione ci ha pensato una donna coraggiosa, Antonietta Melillo, 46 anni, che ha fatto un’azienda locale per la produzione e la vendita delle cipolle di Alife. Diventando rapidamente un noto Presidio Slow Food sul territorio.

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CIPOLLA DI ALIFE

Antonietta aveva perso il lavoro, perché nonostante il suo diploma di perito agrario,la sua attività era concentrata in un negozio di abbigliamento del centro di Alife. Ma con lo spopolamento della cittadina, la concorrenza di Amazon, e la crisi del settore dell’abbigliamento, Antonietta ha dovuto chiudere il negozio. Non si è arresa e ha puntato tutto sulla tradizione locale, e in particolare sulla cipolla.

Alife ha una lunga tradizione contadina che ha attraversato i secoli fino ai giorni nostri. Negli ultimi decenni, però, si è rischiato seriamente di perdere molti dei patrimoni gastronomici di queste terre a causa della continua migrazione verso altri lidi dei giovani della zona. A causa di questo allontanamento forzato, dovuto alle difficoltà economiche che purtroppo ancora attanagliano gran parte del Mezzogiorno, molti dei campi che per secoli erano stati rigogliosi e fonte di benessere, sono stati progressivamente abbandonati. Quindi anche la produzione di questa cipolla, che nonostante fosse molto apprezzata tra i ristoratori, ha rischiato di andare perduta. E sarebbe stato un vero sfregio alla tradizione perché quella di Alife è una varietà molto antica tanto che si racconta che già i gladiatori romani ne andassero ghiotti e che la utilizzassero anche per strofinarsi il corpo al fine di rassodare i muscoli. I Longobardi addirittura, per quanto erano considerate preziose, utilizzavano le cipolle per pagare gli affitti o come  dono pregiato.

LAVORARE IN AGRICOLTURA IN ITALIA

Antonietta non è nata agricoltrice. Fino a cinque anni fa, infatti, gestiva il negozio di abbigliamento di famiglia che purtroppo ha cominciato a non andare benissimo ed è stata costretta a chiuderlo. Per questa ragione a trentatré anni si è dovuta reinventare e ha deciso di “buttarsi” sulla tradizione. Così ha puntato tutto sulle cipolle di Alife ma per riuscire nel suo intento ha dovuto superare un ostalo all’apparenza impossibile: trovare i semi. Come detto in precedenza, la coltura di questo ortaggio era quasi completamente scomparsa quindi Antonietta ha dovuto faticare molto per procurarsi la “materia prima”. Fortunatamente in suo soccorso è venuta un’anziana abitante del paese che prima di morire le ha donato i semi necessari per avviare la coltivazione. Così pian piano ha dato vita a un vero e proprio miracolo imprenditoriale smentendo tutti quelli che le avevano detto in continuazione: “di sole cipolle non ci si vive”. Oggi la caparbietà di Antonietta è stata ripagata e il mercato di Alife è tornato ad essere florido come una volta perché in tanti hanno seguito le sue orme e hanno incrementato la coltivazione locale.

Le foto sono tratte dalla pagina Facebook Cipolla di Alife Presìdio Slow Food -Antonietta Melillo

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