Il Premio Non Sprecare, giunto alla seconda edizione, viene assegnato a persone fisiche eo giuridiche che abbiano realizzato, nel corso dell’ultimo anno a decorrere dalla data di consegna del Premio, originali e utili iniziative antispreco.
Il Premio Non Sprecare si divide in quattro sezioni: a) Personaggio b) Istituzioni, enti e associazioni c) imprese d) scuole.
Perché un premio Non sprecare
Perché un premio Non sprecare? Perché abbiamo pensato che fosse giusto riconoscere e valorizzare le buone pratiche orientate a capovolgere un paradigma del tempo contemporaneo, lo spreco appunto, con le sue insopportabili ingiustizie, con un Nord e un Sud del mondo sempre più distanti. Con l’aiuto di una giuria (della quale fanno parte Lucio Cavazzoni, Sergio Estivi, Cristina Gabetti, Jacopo Giliberto, Enrico Giovannini, Mons. Vincenzo Paglia e Tristram Stuart) alla fine del prossimo mese di ottobre premieremo, all’interno del programma del Festival della Scienza a Genova, il personaggio, l’associazione, la scuola e l’azienda che si sono impegnati nel ridurre lo spreco e hanno trovato una soluzione percorribile da tutti.
La lotta allo spreco quotidiano e automatico non può però essere delegata, con un cinismo pari alla rassegnazione, a un manipolo di uomini e donne coraggiosi, mentre noi alziamo le mani e ci arrendiamo. Per Non sprecare abbiamo bisogno di riscoprire il piacere di cose semplici, come la leggerezza della sobrietà, per esempio, con la quale noi italiani in un recente passato abbiamo cavalcato l’onda lunga del boom economico, della crescita e dell’approdo al regno dei paesi ricchi. Oppure come l’arte della manutenzione, che significa innanzitutto riconoscere il valore delle cose, prima di eliminarle con l’alibi dell’usura del tempo che copre, attraverso una finta necessità, l’ingiustificata rincorsa all’inutile, al superfluo. Non sprecare, lo ha spiegato bene il cardinale Dionigi Tettamanzi, è un antidoto, genuino e salutare, all’indifferenza. «Chi non spreca vede anche l’altro» mi ha detto l’arcivescovo di Milano. E, aggiungo, chi non spreca ha una possibilità in più di cogliere l’occasione, partendo da piccoli gesti, di pensare in grande a un’umanità meno avvilente per le contraddizioni e gli squilibri che noi alimentiamo con il nostro stile di vita. Non sprecare può significare perfino la scoperta di una bussola per uscire sul serio dalla crisi, derubricandola dalle leggi della statistica e dell’economia e afferrandola come un’autentica opportunità di cambiamento. Non sprecare è un dittico che se, per un miracolo della ragionevolezza, riuscissimo a sfilare dalla penombra delle buone azioni di minoranze attive, potrebbe diventare presto, per tutti, una nuova scelta di libertà, dalla schiavitù del possesso esagerato e inutile, e di responsabilità di fronte a una gigantesca umanità di ultimi, abbandonati al loro destino, che non saranno mai primi su questa Terra. In fondo, basta veramente poco per non gettare un pezzo di pane in un cestino, anche se talvolta le decisioni più a portata di mano, sono quelle che prendiamo meno in considerazione. Basta poco, ma può significare tanto.
di Antonio Galdo, autore del libro Non sprecare
I vincitori della seconda edizione del Premio Non sprecare
Il Professor Enrico Giovannini è il vincitore della prima edizione del Premio Non sprecare nella sezione “Il personaggio”, per la competenza, la passione e il rigore scientifico delle sue proposte e delle sue analisi sui limiti del Pil come indicatore della ricchezza di una nazione e di un popolo. Un perfetto testimonial delle idee per Non sprecare.
Per la categoria Istituzioni / Associazioni, il Premio Non sprecare è stato assegnato all’Amministrazione comunale di Monteveglio, un comune modello in Italia e all’estero per le sue scelte, molto concrete, in materie di sostenibilità. Un esempio, da imitare, per altri amministratori.
Per la categoria Scuola, il Premio Non sprecare è stato assegnato alla Professoressa Mirella Batiniimpegnata a diffondere, attraverso l’attività didattica, la cultura Non sprecare nelle scuole.
Per la categoria Aziende, il Premio Non sprecare è stato assegnato alla Andrea Gallo srl per l’innovazione dei suoi prodotti, orientata al risparmio di acqua, plastica e imballaggi.
La seconda edizione del Premio Non sprecare sulla stampa
Corriere della Sera, “Loro non sprecano”, 24 ottobre 2011
Il Sole 24 Ore, “Premio Non sprecare, venerdì i vincitori”, 24 ottobre 2011
Help Consumatori, “Si conclude la II edizione del Premio Non Sprecare, venerdì i vincitori”, 24 ottobre 2011
Sportello consumatori, “Si conclude la II edizione del Premio Non Sprecare, venerdì i vincitori”, 24 ottobre 2011
Vita.it, “Mirella Batini, la maestra antispreco”, 31 ottobre 2011-11-08
I vincitori della prima edizione del Premio Non sprecare
Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera e di Casa Acmos, è il vincitore della prima edizione del Premio Non sprecare nella sezione “Il personaggio”, per «il suo costante e appassionato impegno contro qualsiasi forma di spreco, relativo sia ai beni materiali sia a quelli immateriali. Attraverso la sua testimonianza e l’esperienza della sua vasta rete di volontari, don Ciotti ha dimostrato come sia possibile combattere lo spreco, l’indifferenza e il cinismo, e affermare i valori della solidarietà, della responsabilità e della partecipazione».
Per la categoria Associazioni, il Premio Non sprecare è stato assegnato alla campagna nazionale “Porta la Sporta”, promossa dall’associazione dei Comuni virtuosi italiani. Attraverso le immagini e le notizie contenute sul sito web www.portalasporta.it i cittadini sono invitati a evitare l’uso dei sacchetti di plastica (i cosiddetti “shopper”) che rappresentano un doppio spreco: un costo inutile e un grave appesantimento della catena dei rifiuti con materiale inquinante e di difficile smaltimento.
Per la categoria Aziende, il Premio è stato assegnato alla cooperativa sociale “Made in carcere” di Lecce, presieduta da Luciana Delle Donne. Si tratta di un’impresa che realizza ogni anno oltre 100mila pezzi, innanzitutto borse e accessori, attraverso il recupero di tessuti altrimenti destinati al macero. Nella cooperativa lavorano quindici detenute, tutte assunte con contratti a tempo indeterminato, del carcere di Lecce e della Casa di reclusione Femminile di Trani. E grazie al lavoro di questa particolare impresa é possibile, come dice Luciana Delle Donne, « recuperare cose e innanzitutto vite umane».
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