Nel mondo esistono centinaia di discariche riempite soltanto da spazzatura formata da vestiti usati: tra le più famose c’è quella di Alto Hospicio, al confine del lunare deserto di Atacama, in Cile. Adesso un gruppo di ricercatori dell’università di Delaware ha messo a punto un metodo di natura chimica, descritto su Science Advances, per riciclare tessuti di vestiti realizzati anche con materiali diversi. Cotone, spandex, nylon, poliestere: grazie a una reazione chimica, chiamata glicosi, le catene di grandi molecole di questi tessuti vengono scomposte in unità molto più piccole, con l’aiuto del calore e di un catalizzatore. A quel punto possono essere usate per realizzare nuovi tessuti, in una chiave tipica da economia circolare. Il grande vantaggio della glicosi è che si tratta di un procedimento veloce (dura circa un quarto d’ora) e quindi non troppo costoso. Con la reazione chimica elaborata nell’università di Delaware, secondo Dionisios Vlachos, uno degli autori dello studio, si potrebbe riciclare fino all’88 per cento della produzione mondiale di vestiti, evitando che quelli usati finiscano nelle discariche, gonfiando i rifiuti e inquinando l’ambiente.
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