Farm Cultural Park: così l’arte ha cambiato il borgo di Favara

Gallerie a cielo aperto, spazi per workshop, incontri e feste. E una nuova economia sostenibile che valorizza e i prodotti del territorio. Risultato: Favara da località nota per l’abusivismo edilizio è diventata un piccolo gioiello visitato da turisti provenienti da tutto il mondo

PARCO TURISTICO CULTURALE

FARM CULTURAL PARK FAVARA

Ci sono miracoli di trasformazione urbanistica, in chiave sostenibile, che possiamo fare senza aspettare le solite amministrazioni pubbliche. Da soli. Come sta avvenendo a Favara, una piccola città di 32mila abitanti nella provincia di Agrigento, dove residenti e artisti hanno completamente trasformato il territorio, rendendolo uno dei luoghi più attraenti della Sicilia.

LEGGI ANCHE: Salvare i borghi, dopo la legge servono i soldi dei privati. Si facciano avanti, e non solo a parole

PROGETTO FARM CULTURAL PARK

Questo progetto, infatti, ha ridisegnato il volto della cittadina nell’agrigentino che era tristemente famosa per gli l’abusivismo edilizio dilagante. E invece oggi è diventata un attrattore di talenti ed energie che ne hanno fatto un vero e proprio laboratorio artistico a cielo aperto. Grazie a questo hub, fatto di gallerie, mostre, laboratori gratuiti e aperti al pubblico, spazi per workshop, incontri e feste, un borgo destinato al decadimento è rinato diventando una delle principali attrazioni della zona. Il merito di tutto ciò è di una coppia generosa e visionaria, il notaio Andrea Bartoli e sua moglie Florinda Saieva: sono loro che hanno guidato la trasformazione di Favara in una piccola Berlino sotto il sole.

PARCO TURISTICO CULTURALE

Questo centro culturale indipendente nasce nel paese d’origine di Florinda, invece che a Parigi o a Berlino, e ha l’obiettivo di istaurare le condizioni ideali per realizzarsi nella propria comunità di appartenenza. Un traguardo che la coppia ha tagliato alla grande, riuscendo in un piccolo miracolo. La Farm, infatti, ha stravolto del tutto l’economia locale, con la comparsa di piccoli alberghi, locali e attività. Un tessuto attrattivo finalizzato a un turismo di qualità con una forte matrice artistica che, in sette anni a fronte di un investimento di più di 20 milioni di euro, ha portato in media 120 mila visitatori all’anno e ha creato diverse opportunità di lavoro. Il tutto grazie a spazi espositivi e residenze per artisti dove sperimentare e fruire cultura, un motore straordinario, che troppo spesso viene bistrattato e che invece è in grado realmente di far fiorire un intero territorio.

Le foto sono tratte dalla pagina Facebook FARM CULTURAL PARK

COME RINASCONO I PICCOLI BORGHI:

  1. Un progetto fotografico itinerante per salvare i borghi dell’entroterra sardo (Foto)
  2. Piccoli borghi, la lezione cilena (foto). Li salvano vecchi artigiani e giovani imprenditori
  3. Alberghi diffusi: così i borghi abbandonati tornano a vivere (Foto)
  4. Turismo sostenibile, in Sicilia la cooperativa “Fiori di Campo”, bene confiscato alla mafia
Torna in alto