Claudio Abbado, l’ultimo saluto al Maestro che ci ha insegnato a non sprecare il talento

Claudio Abbado ci ha lasciati, ma il suo insegnamento e il suo esempio sono ancora ben presenti nei cuori delle persone. Lo dimostra la folla di milanesi, turisti, musicisti, grandi e piccini, famiglie e studenti che lunedì ha gremito piazza della Scala.

Claudio Abbado ci ha lasciati, ma il suo insegnamento e il suo esempio sono ancora ben presenti nei cuori delle persone. Lo dimostra la folla di milanesi, turisti, musicisti, grandi e piccini, famiglie e studenti che lunedì ha gremito piazza della Scala, facendo una calca che non si vede neanche alla prima (si stima che ci siano state più di 8mila persone). Per l’ultimo saluto al maestro che ha guidato il tempio della lirica milanese per diciotto anni (1968 – 1986) il Teatro alla Scala era vuoto, ma con le porte aperte: dentro la Filarmonica, diretta da Daniel Barenboim, ha eseguito la Marcia funebre (Adagio assai) dalla terza Sinfonia «Eroica» di Ludwig van Beethoven.

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LA PROTESTA. Come leggiamo sul sito del corriere.it, c’è stata anche una simbolica «protesta» da parte del Cub del Teatro alla Scala. Due persone hanno portato davanti all’ingresso un alberello di olivo, con un cartello con la scritta: «Piantiamo questo olivo, chiedendo che il sindaco di Milano realizzi il sogno del maestro di piantarne altri 89.999». Si riferivano a quell’accordo che Abbado, che desiderava una Milano più «verde», strinse nel 2010 con l’allora sindaco Moratti affinché la città si arricchisse di 90 mila alberi: in cambio, sarebbe tornato alla Scala dopo 24 anni per dirigere due concerti. Gli alberi per i milanesi sarebbero stati il suo cachet.

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