Un nuovo disegno di legge in Alto Adige potrebbe introdurre una tassa per i proprietari di cani. La proposta, presentata da Luis Walcher, assessore provinciale al Turismo, all’Agricoltura e alle Foreste, ha generato un ampio dibattito. La misura prevede che i turisti con cani paghino una tassa di 1,5 euro al giorno, mentre i residenti sarebbero chiamati a versare una somma annuale di 100 euro. L’intento dichiarato dell’iniziativa è quello di raccogliere fondi per creare nuove aree per cani e migliorare la pulizia degli spazi pubblici, un problema legato alla scarsa responsabilità di alcuni proprietari, che non raccolgono le feci dei loro animali.
Il disegno di legge, se approvato, potrebbe entrare in vigore nel 2026. Attualmente, in provincia è già in vigore un sistema di registrazione del DNA degli animali, pensato per identificare i proprietari che non rispettano l’obbligo di raccogliere gli escrementi. Tuttavia, i risultati di questo sistema sono stati considerati insufficienti, tanto che Walcher ha proposto di sostituirlo con una tassa che sarebbe più facile da gestire.
La proposta ha suscitato numerose critiche, soprattutto da parte di enti e associazioni che si occupano di tutela animale. Carla Rocchi, presidente nazionale dell’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali), ha definito l’iniziativa un «autogol della Provincia di Bolzano», affermando che invece di puntare su educazione civica, controlli mirati e sensibilizzazione, si preferisce «la strada più facile: tassare gli animali e i loro proprietari». Rocchi ha sottolineato che questa scelta penalizzerebbe le famiglie e i turisti rispettosi, trasformando i cani in «un bancomat fiscale».
La proposta è stata criticata anche da diversi politici locali, tra cui il sindaco di Bolzano, Claudio Corrarati. Secondo il primo cittadino sarebbe più utile investire in un maggiore monitoraggio e in campagne di educazione civica. In effetti l’introduzione di una misura del genere rischia di non risolvere il problema alla radice, scoraggiando nel frattempo le adozioni e incentivando gli abbandoni, con inevitabili ripercussioni anche sul turismo. In sostanza, sembra più un pretesto per raccogliere fondi, usando come giustificazione la pulizia delle strade, piuttosto che una soluzione efficace al problema della maleducazione dei proprietari.
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