Mentre le nuove generazioni tendono sempre di più a sprecare le potenzialità della scrittura a mano, utilizzando in modo di fatto esclusivo la forma di comunicazione elettronica attraverso il cellulare e lo smartphone, gli scienziati non fanno altro che scoprire nuovi benefici collegati a questa pratica ormai rimossa e abbandonata per il dilagare dell’uso, anche in contesti scolastici, dei device digitali.
Un recentissimo studio sul rapporto tra il cervello e la mano, realizzato in Cina dalla Hunan First Normal University di Changsha e dalla Shanghai University, dimostra una serie di vantaggi per un’abilità che andrebbe coltivata fin dall’infanzia a mai abbandonata. Stando ai risultati della ricerca, che ha coinvolto un vasto campione di persone adulte tra i 60 e i 70 anni, le persone che scrivono a mano sono più lucide, più centrate su sé stesse e persino meno ipocondriache.
La spiegazione è legata al fatto che la scrittura a mano, a differenza di quella su una tastiera (computer o smartphone), coinvolge aree del cervello più direttamente collegate alla memoria, alla comprensione e al pensiero critico. Inoltre, scrivere a mano implica movimenti più lenti e anche questo aumenta la lucidità, in quanto aiuta a riflettere meglio su quello che si sta scrivendo e a farlo con maggiore chiarezza. Ancora: carta e penna non prevedono notifiche, app e incursioni digitali. E tutto ciò riduce l’interruzione del flusso dei pensieri e non incrina la concentrazione, aumentando quindi il livello della lucidità mentale.
Non è la prima volta che la comunità scientifica internazionale mette il timbro sui vantaggi della scrittura a mano e sugli sprechi che accumuliamo rimuovendola, ma parte le nuove scoperte, c’è da aggiungere la conferma che in modo particolare la scrittura in corsivo, assimilabile a una pratica meditativa e a una disciplina olistica, allena alla pazienza, sollecita la propria creatività e, come dimostra un’altra recente ricerca scientifica (da parte dell’Università americana di Washington), facilita e incrementa le capacità relazionali.
Non resta a questo punto che ascoltare i richiami della comunità scientifica e non arrendersi all’idea, sbagliata e infondata, che scrivere a mano ormai è una delle tante cose diventate inutili secondo gli editti del travolgente sviluppo della tecnologia con le relative protesi elettroniche.
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