La mozzarella contraffatta, di provenienza cinese, non è una novità e circola indisturbata sul mercato italiano. Ma anche la produzione made in Italy non scherza in termini di pericolosità quando si verificano episodi come quello che ha riguardato alcuni lotti, per fortuna individuati e ritirati dal Ministero della Salute, di mozzarella Granarolo con frammenti di metalli all’interno delle confezioni.
Il prodotto, secondo il tradizionale schema della filiera della mozzarella industriale, è commercializzato in diversi supermercati (altri nomi altisonanti: Conad, Carrefour e Penny Market).
I lotti di mozzarelle Granarolo contaminati, e dunque molto pericolosi per la salute dell’uomo, sono stati sequestrati in diversi supermercati, e provengono tutti dallo stabilimento di Usmate Velate, in provincia di Monza e Brianza. I prodotti, secondo l’allerta scattata grazie all’intervento del Ministero sono stati identificati grazie al codice di riconoscimento (lo ricordiamo: IT 03 144 CE) e le autorità sanitarie hanno invitato i consumatori a restituire le mozzarelle acquistate, ottenendo un rimborso immediato.
Restano però due cose da chiarire. L’intervento del Ministero è stato tempestivo, ma siamo sicuri che le norme di sicurezza alimentare, in questo caso per le mozzarelle industriali made in Italy, siano rispettate? Seconda domanda: a parte il risarcimento dei poveri consumatori, come finirà questo sequestro, ovvero possiamo pensare che se qualcuno ha sbagliato ci saranno almeno delle sanzioni per evitare che errori simili, con un rischio enorme di sprechi, di salute e di denaro, si ripetano?
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