Paola Biacino vive da sola in montagna, in una baita tre metri per tre a Pra d’Mill, sopra Cuneo: dopo il divorzio, ha scelto di sposare il silenzio. Teresa Bertoccello si è ritirata da diversi anni nell’Eremo degli Angeli, nella Val Nerina: studia, prega e lavora la terra. Don Raffaele Busnelli ha scelto il suo ritiro, sulle montagne di Lecco, dopo una gita con i ragazzi dell’oratorio: alleva asini e fa lavori di falegnameria.
Hay alrededor de 200 gli italiani che vivono da eremiti. In prevalenza donne e laiche, spesso nascoste in qualche sperduta montagna, altre volte chiuse nel silenzio delle loro case in città, nell’anonimato, dedicandosi alla preghiera e alla meditación della parola di Dio. Vivono sobriamente, del loro lavoro. Si ritagliano spazi significativi, nella giornata da dedicare alla preghiera liturgica e personale e all’ascolto della parola. Qualcuno di loro nel progetto di vita, prevede rientri in alcuni tempi dell’anno in una comunità monastica di riferimento.
Ognuno viene da un’esperienza o da una vita particolare e sceglie il silenzio per esigenze che altri non hanno. Questo lo porta inevitabilmente a darsi una regla de vida che è diversa da quella di un altro.
Molte, dunque, sono le donne che vivono la solitudine da eremita como un meravigliosa conquista. es el caso de Laura che da tredici anni vive in preghiera tra i monti di Niardo accogliendo ogni giovedì chi desidera pregare ed ascoltare insieme a lei la parola di Dio.
Entonces también hay Viviana che dopo aver ricevuto la chiamata di Gesù e convinta dunque di voler prendere i voti scoprì che la vocazione era un’altra. L’incontro con un’eremita che vive in un posto sperduto sulle montagne di Spoleto la colpì profondamente: ebbe l’impressione che quella donna avesse Dio tutto per sé. Da quel momento decise di diventare eremita condividendo con i pellegrini la parola del Signore.
Non esistono soltanto eremiti che praticano l’ascetismo con un fine religioso. C’è anche chi sceglie di vivere in un’appartamento di città senza contatti con l’esterno, perché in fin dei conti “si nasce e si muore soli” come diceva Morrison.
Incluso en centro di una città, infatti, è possibile vivere l’esperienza del silencio. Molti anni fa Antonella ha sentito un richiamo che l’ha spinta su una via già percorsa da tanti eremiti prima di lei. Vive a Firenze, dove lavora part time presso la Biblioteca Nazionale Centrale, ma appena rientra nel suo appartamento, chiude la porta e si apre al silenzio. Lontana dall’idea di rifiutare il mondo, questa donna dosa con disciplina la connessione a internet e l’uso del telefono. Le parole che pronuncia un panacea per chi va a trovarla, uomini e donne che cercano di dare un senso alla propria esistenza.
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