A Oxford il supermercato è senza imballaggi. E in Trentino la spesa è green e a km 0

In Gran Bretagna un'intero punto vendita della catena Waitrose che vende prodotti sfusi pagando solo la quantità desiderata con il 15% di risparmio. Nel frattempo, in Trentino, una giovane imprenditrice lancia un supermercato completamente bio e a km 0

supermercato plastic free

In ogni sacchetto di immondizia che produciamo, circa il 50% del volume dei rifiuti è costituito dagli imballaggi ad uso alimentare: tutti quei contenitori, vaschette, pellicole, piattini, vassoietti e sacchetti che avvolgono e conservano il cibo che acquistiamo nei supermercati. Spesso fatti di materiale plastico, fortemente inquinante. Una spesa meno impattante a livello ambientale è possibile: preferire lo sfuso, evitare il sacchetto in plastica, anche se compostabile, scegliere alimenti e prodotti per l’igiene in appositi contenitori riciclabili e riciclati. Tuttavia, spesso la giungla della grande distribuzione rende impossibile una spesa green, dovendosi districare tra montagne di imballaggi. Eppure, se si adottasse un approccio ecosostenibile alla spesa il vantaggio sarebbe duplice, in termini economici, con lo scontrino più basso dal 20 al 70 per cento, e in termini di rispetto per il mondo in cui viviamo. 

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SUPERMERCATO PLASTIC FREE 

Per questo la catena di supermercati britannica Waitrose ha deciso di far partire una sperimentazione di un intero punto vendita plastic free: per tre mesi darà la possibilità ai propri clienti di acquistare prodotti alimentari sfusi portando da casa i propri contenitori, privilegiando ovviamente il vetro e i contenitori riciclabili. In tutto il negozio di Oxford saranno disseminati erogatori di bevande, vino, birra e prodotti per l’igiene personale e della casa. 

Il funzionamento è semplice: ognuno si avvicina all’erogatore del prodotto desiderato, riempie il contenitore per la quantità desiderata e paga a seconda di quanto prodotto ha spillato, con uno sconto medio del 15 per cento

PUNTO VENDITA WAITROSE SENZA IMBALLAGGI

Oltre ai dispenser, all’interno del negozio è presente uno spazio per acquistare diversi tipi di frutta surgelata nonché uno scaffale dove poter prendere in prestito scatole e vassoi che saranno restituiti durante la spesa successiva. Una sorta di vuoto a rendere dei contenitori, proprio come accadeva nel recente passato.

La bottega di Botley Road è una novità assoluta per la catena di alimentari Waitrose, un progetto pilota che è stato sviluppato in collaborazione con la guru della filosofia dell’imballaggio zero, Catherine Conway, che si impegna a combattere l’abuso di imballaggi dal 2005, divenendo presto ideatrice e CEO della società Unpackaged, che si occupa di consulenze sul tema per piccoli, medi e grandi commercianti e persegue l’obiettivo di trasformare sempre più punti vendita di Waitrose in negozi non-spreconi. 

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SUPERMERCATO SENZA PLASTICA TRENTINO

Supermercati green e sempre meno impattanti sull’ambiente: sono questi i negozi del futuro, su cui tanti imprenditori e tante imprenditrici scommettono con grande entusiasmo. Come nel caso di Patrizia Pedergnana, giovane agricoltrice e imprenditrice della Val di Pejo. Titolare di una impresa di agricoltura biologica e a km 0, custode dei semi della tradizione, che conserva e coltiva con attenzione massima alla biodiversità locale, si è gettata a capofitto nella sfida di portare in Trentino, a Ossana, un supermercato dove la plastica è bandita e dove ci sono regole precise per incentivare l’economia locale. Una tra tutte, l’obbligo che i prodotti alimentari venduti secchi debbano essere coltivati e trasformati, o lavorati, in un raggio di 110 km. Distanza che addirittura si riduce nel caso dei freschi. 

supermercato plastic free
Il supermercato a km 0 di Ossana – photocredits: ladige.it

Nel supermercato preso in gestione da Patrizia, frutto di un bando lungimirante che ha affidato 800 metri quadri di  edificio comunale al miglior progetto che tenesse insieme piccoli produttori, agricoltori, e realtà locali, è bandita qualsiasi forma di plastica o di contenitori monouso, persino i sacchetti compostabili: la maggior parte dei prodotti alimentari in vendita sono in vendita sfusi, e i prodotti destinati alla pulizia e all’igiene, oltre ai requisiti dell’assenza di packaging e della provenienza territoriale, hanno l’obbligo di venire venduti in confezioni di vetro o alluminio per almeno il 20% del totale.

Obiettivo ultimo della giovane imprenditrice, poi, è quello di creare un agrodistretto biologico a km 0 che consorzi tutti i produttori della Val di Sole e che ruoti intorno al supermercato senza plastica. 

(L’immagine in evidenza è tratta dal portale londraitalia.com)

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