Acciughe, lo spreco di una strage annunciata. Intanto il Cnr produce Omega 3 dagli scarti di alici, usando le arance

Lo spreco dell'oro blu: tonnellate di alici pescate con metodi non sostenibili che ne hanno messo a rischio la presenza nel Mediterraneo. Sono sempre meno, e sempre più piccole. Una vera e propria emergenza per il nostro mare e la biodiversità

pesca delle acciughe

PESCA DELLE ACCIUGHE

Il pesce più pescato al mondo? E il più amato dagli italiani? L’acciuga. Ma è anche il più sprecato. Come dimostra, per esempio, il caso della Sicilia, dove anni di pesca intensiva e di licenze selvagge e “speciali” stanno decimando le alici, uno dei pesci tipici della nostra cultura e tradizione gastronomica.  Il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali stima una produzione annua di 37.969 tonnellate, di cui quasi 4000 provenienti dal Mediterraneo siculo. Dove la pesca tradizionale è stata da tempo sostituita da metodi di pesca industriale non sostenibili e poco rispettosi della biodiversità e degli equilbri della fauna ittica. 

LEGGI ANCHE: Pesca elettrica, finalmente l’Europa la seppellisce. Una battaglia vinta, ma bisogna ancora combattere

STRAGE DELLE ACCIUGHE

Grazie alle licenze temporanee rilasciate ogni sei mesi dal ministero, i pescherecci siciliani possono utilizzare reti a strascico senza troppe limitazioni, con le quali prelevano, senza limiti, tutto quanto trovano sui fondali. Da qui la strage e lo spreco: la maggior parte delle alici pescate vengono ributtate in mare morte. La pesca selvaggia ne ha dimezzato la presenza in mare, con una flessione del 30%. Acciughe e sardine sono sempre più in diminuzione: sia quindi per numero di esemplari presenti in mare, sia per la loro taglia, sempre più piccola. L’allarme è rosso, tanto da arrivare persino sui banchi della Comissione Europea.

PER APPROFONDIRE:Consumo responsabile: rifiutiamo i pesci di piccola taglia, sono stati pescati in modo illegale (foto)

OMEGA- 3 DALLE ACCIUGHE

Lo spreco delle acciughe, esempio da paradigma del mondo poco sostenibile, è ancora più scandaloso se si considerano le qualità delle alici, davvero molto importanti. E anche i diversi usi che se ne fanno, non solo in cucina. Le acciughe servono per produrre integratori alimentari a base di Omega 3 e anche mangime per i pesci.
A proposito di acciughe e Omega 3, un gruppo di ricercatori coordinati da Mario Pagliaro del Cnr di Palermo ha messo a punto un metodo sostenibile ed economico che consente di estrarre gli omega-3 senza sprechi; non più bollendo pesci interi, bensì estraendo questi preziosi nutrienti dagli scarti di lavorazione delle acciughe. Come? Usando il limonene, un solvente presente nell’olio essenziale della buccia d’arancia.
Un circolo virtuoso che unisce gli agrumicoltori e i pescatori siciliani, preserva l’ecosistema marino riducendo la quantità di pescato, utilizza eccedenze da smaltire in ambo le filiere e fornisce all’industria farmaceutica Omega 3 di altissima qualità a costo quasi zero. Rispettando l’ambiente, e il nostro mare. 
 
CIBO SOSTENIBILE:
 
Torna in alto