Città slow traffic, la prima risposta possibile per fermare lo smog e l’inquinamento

Le targhe alterne, come denuncia anche il Cnr, non servono a nulla. Meno velocità significa invece meno incidenti e aria più pulità. Intanto le piogge sono diminuite dell'85 per cento. Il risultato? Nelle città l'aria è più avvelenata, nelle campagne si bruciano interi raccolti.

città slow traffic

CITTÀ SLOW TRAFFIC –

L’ultimo grido di allarme è arrivato dalla voce degli agricoltori: lo smog nelle città, e non solo, ha superato qualsiasi livello di guardia. E gli effetti devastanti dell’inquinamento, oltre che per la salute dei cittadini anche per l’unico settore della nostra economia che sta davvero camminando bene, sono semplicemente devastanti. Dai dati diffusi da Coldiretti, infatti, risulta una diminuzione della pioggia pari a circa l’85 per cento nelle città e nelle campagne del Nord Italia. Un abbassamento delle temperature medie di 1,5 gradi e sbalzi, tra le minime e le massime, attorno ai 3 gradi. Gli effetti rovinosi di questa tempesta perfetta, surriscaldamento, smog, inquinamento, siccità, distruzione di produzioni agricole, sono più forti nelle regioni settentrionali, ma condivisi anche nel Centro Sud. Il finale è identico: in città respiriamo sempre più veleni e sprechiamo salute e vite, nelle campagne la siccità distrugge raccolti e produzioni, e sprechiamo un patrimonio della nostra economia, un settore nel quale invece dovremmo investire e scommettere sempre di più per dare lavoro ai giovani e per migliorare i nostri stili di vita.

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Lo smog in città, lo abbiamo scritto e ripetuto in tutte le lingue, ha due origini fondamentali. La prima, la più grave, si chiama traffico ed eccessiva circolazione di auto, pulman e mezzi privati. La seconda origine, invece, si riferisce alle conseguenze legate a impianti di riscaldamento, e in generale impianti energetici, obsoleti, inquinanti, e costosissimi, dal punto di vista dei consumatori. Come dicono le bollette che arrivano nelle nostre case. Per uscire da questo tunnel, non servono e non bastano certo le targhe alterne (delle quali sono vittime innanzitutto i cittadini meno ricchi), molto criticate anche dagli scienziati del Cnr, ma diventano urgenti scelte amministrative e politiche molto più forti e radicali. Come le città slow traffic, centri urbani in cui la velocità delle auto sarà sempre più ridotta. In America, per esempio, funziona bene l’esperimento di New York, dove il tempo del giallo al semaforo si è allungato, proprio per ridurre la velocità dei mezzi a motore. In Francia è stata invece imposta una diminuzione dei limiti di velocità sulle principali strade urbane. E provvedimenti di questo genere già esistono in Olanda, in Gran Bretagna, in Svezia e Danimarca.

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CITTÀ SLOW TRAFFIC: I VANTAGGI –

Che cosa spinge i sindaci a scegliere questa politica? Ci sono tre buoni motivi. Innanzitutto una minore velocità delle auto, e delle motociclette, riduce i rischi di incidenti, specie quelli mortali che, ricordiamolo, avvengono in maggioranza proprio nelle aree urbane. In secondo luogo, le città slow traffic sono un ulteriore disincentivo all’uso dell’automobile nelle zone urbane, a vantaggio di alternative come i mezzi pubblici e la bicicletta. Infine, c’è il grande vantaggio ambientale. Secondo le ricerche sul traffico, infatti, ridurre la velocità di soli 30 chilometri all’ora significa, automaticamente, abbassare del 5 per cento l’inquinamento dell’aria attraverso le emissioni di anidride carbonica. Ed è un ottimo risultato, specie dopo gli impegni, tutti teorici, presi da 159 paesi di tutto il mondo, con la Conferenza sul clima di Parigi, per evitare un eccessivo surriscaldamento del Pianeta.

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