Inquinamento dell’aria: in arrivo le class action

«Se nell’aria di Milano i livelli di particolato fossero inferiori del 10%, i decessi sarebbero ogni anno 210 in meno. E si eviterebbero 27 morti per tumori ai polmoni su 997». I dati sono frutto di una ricerca svolta da Paolo Crosignani, medico dell’Istituto dei tumori, che spiega: «A Milano 1.178 decessi l’anno sono attribuibili […]

«Se nell’aria di Milano i livelli di particolato fossero inferiori del 10%, i decessi sarebbero ogni anno 210 in meno. E si eviterebbero 27 morti per tumori ai polmoni su 997». I dati sono frutto di una ricerca svolta da Paolo Crosignani, medico dell’Istituto dei tumori, che spiega: «A Milano 1.178 decessi l’anno sono attribuibili all’inquinamento. Il Pm10, la concentrazione di particolato respirabile e il Pm2,5, o particolato fine, insieme ad altri inquinanti, provocano infiammazioni delle parti profonde del polmone e alterano la coagulabilità del sangue», spiega. «Circa il 70% del Pm10 si stima sia dovuto al traffico: la relazione tra particolato e mortalità è lineare. Una riduzione anche parziale dell’inquinamento migliorerebbe la salute in tempi brevi».
 

AZIONI LEGALI FOTOCOPIA – Per queste ragioni è stata avviata dai Verdi nel maggio scorso una class action dei cittadini milanesi contro il Comune e la Regione: in 175 residenti l’hanno firmata consentendone la notifica e mettendo in moto il meccanismo che porterà all’udienza l’8 novembre prossimo. Intanto sono arrivati altri mille firmatari pronti ad attivare nuove azioni legali fotocopia.
Perché sottoscrivere un’iniziativa del genere? «Non ho mai avuto problemi di salute», spiega Luca Ruberti, 33 anni, direttore creativo. «Sono stato agonista di nuoto dai 10 ai 16 anni. Ho iniziato ad avere l’asma intorno ai 20 anni e da quattro vado avanti con i broncodilatatori, che mi consentono di ricevere ossigeno a sufficienza. Lavoro a Milano da dieci anni e in cento fogli di analisi i medici spiegano che le mie funzioni vitali si sono ridotte all’80%. I miei bronchi sono costantemente infiammati. Per chi soffre d’asma l’ambiente inquinato è un peggiorativo: via da Milano sto meglio. Ho firmato perché spero che quest’azione cambi qualcosa».
 

CLASS ACTION – Chi ha sottoscritto la class action, dimostrando di risiedere a Milano da più di dieci anni, imputa all’amministrazione – la Regione e la giunta comunale guidata dall’ex sindaco Moratti – il mancato raggiungimento degli obiettivi Ue. Milano ha superato a febbraio il limite di 35 giorni annui con concentrazioni di particolato oltre la soglia dei 50 microgrammi al metro cubo. Al 21 luiglio si è arrivati a quota 68. Nel quinquennio 2005-2010 i giorni fuorilegge sono oscillati da un massimo di 152 a un minimo di 87 all’anno. Ogni firmatario potrebbe essere risarcito con 6 mila euro. Ma la salute non ha prezzo. «Riduzione delle funzioni respiratorie, bronchiti croniche, infezioni all’apparato respiratorio, asma e anche tumori: il 10 per cento dei firmatari ha portato documentazione medica», spiega l’avvocato Claudio Linzola, che ha raccolto i ricorsi.
 

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RISCHIO SANZIONI – Ricorda un uomo di 62 anni che gli ha detto: «Sono sempre stato sano, ho fatto molto sport e poi, senza una ragione, mi è venuta l’asma. Sono andato dal dottore cercando una spiegazione, e lui mi ha chiesto: "Non leggi i giornali? Non sai com’è l’aria a Milano?"». Linzola legge da una delle cartelle cliniche dei firmatari: «L’analisi della funzione polmonare evidenzia una compromissione di tipo ostruttivo». Da un’altra: «La prova spirometrica evidenzia un’ostruzione». Dice ancora l’avvocato sui tumori: «Nessun medico metterà mai nero su bianco che la causa di un carcinoma è il particolato. Eppure il Pm10 non lo espelliamo mai, lo accumuliamo continuamente, negli alveoli polmonari, nel sistema linfatico, in quello arterioso. Lo accumuliamo abitando in una città dove le centraline rilevano valori fuori norma da oltre un decennio». Questa iniziativa, che potrebbe essere replicata in altre città con analoghi problemi – da Torino a Napoli l’aria d’Italia non è tra le più salubri – parte da lontano. «Nel marzo 2005, il sindaco era Albertini, ho presentato il primo reclamo ufficiale alla Ce e, in sei anni, un piano di risanamento dell’aria non è ancora stato fatto. A fine 2010, Milano e la Lombardia sono state deferite: significa che i governi locali non sono ritenuti affidabili. E la Ue ci multerà perché i limiti di legge sono stati superati per anni», conclude Enrico Fedrighini, consigliere comunale e capogruppo dei Verdi. «A quanto ammonterà la sanzione? Devono quantificarla, ma si tratterà di 800 milioni di euro per ogni anno di sforamento. Una montagna di soldi, che potevano essere usati diversamente».

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