Il lavoro c’è, mancano i lavoratori

Ogni volta che leggo le statistiche sulle offerte di lavoro che non vengono evase, per mancanza di domanda, mi prende un senso di scoraggiamento.Possibile? mi chiedo. Abbiamo una disoccupazione giovanile tra le più alte d’Europa, specie nelle regioni meridionali, non riusciamo a dare prospettive ai giovani che fuggono all’estero, e intanto si moltiplicano i posti che le imprese non riescono a coprire. […]

Ogni volta che leggo le statistiche sulle offerte di lavoro che non vengono evase, per mancanza di domanda, mi prende un senso di scoraggiamento.Possibile? mi chiedo. Abbiamo una disoccupazione giovanile tra le più alte d’Europa, specie nelle regioni meridionali, non riusciamo a dare prospettive ai giovani che fuggono all’estero, e intanto si moltiplicano i posti che le imprese non riescono a coprire.

Le ultime statistiche mi sono arrivate dalla Unioncamere che ha censito, soltanto per il terzo trimestre 2012, 22mila posti scoperti nelle imprese per “difficoltà di reperimento della manodopera”. E’ un numero piuttosto impressionante, pari al 14 per cento del totale di tutte le assunzioni avvenute nello stesso periodo. I profili professionali che non riusciamo a coprire, con un enorme danno per l’intero sistema economico e per le stesse aziende che devono rinunciare così a una quota di produzione, sono prevalentemente tecnici.

E’ uno spreco che abbiamo raccontato spesso, e ci torneremo ancora, anche perché se non altro stanno aumentando le iscrizioni agli istituti tecnici e professionali, che potrebbero diventare un gigantesco serbatoio di nuova occupazione. Speriamo che il governo spinga l’acceleratore in questa direzione, e lanci presto una campagna dal titolo: Il lavoro c’è, manchi solo tu.

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