
Fame zero. Ovvero sconfiggere la fame entro il 2030 e «assicurare a tutte le persone, in particolare i poveri e le persone in situazioni vulnerabili, tra cui i bambini, l’accesso a un’alimentazione sicura, nutriente e sufficiente tutto l’anno».
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FAME ZERO
Recita così l’obiettivo numero 2 dell’Agenda Onu 2030 per lo Sviluppo sostenibile e possiamo dire che questo traguardo è il primo dei 17 previsti che sicuramente non sarà raggiunto. Anzi. La fame sta aumentando per effetto di una tempesta perfetta e anche per la scarsa efficienza degli organismi sovranazionali che dovrebbero contrastarla. Secondo un Rapporto preparato da cinque Agenzie dell’Onu che in qualche modo intervengono su questi problemi (Fao, Unicef, Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo, Programma alimentare dell’Onu e Organizzazione mondiale della Sanità) 828 milioni di persone hanno sofferto la fame nel corso del 2021. Con questo trend rispetto all’anno precedente: un aumento di 46 milioni, mai visto negli ultimi decenni.
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(Credits: JLwarehouse/Shutterstock.com)
CHI SOFFRE DI PIU’ LA FAME
Dopo che la cifra di persone che soffrono la fame era rimasta stazionaria dal 2015, con questi ritmi di crescita siamo arrivati al 9,8 per cento della popolazione colpita dalla fame. Una percentuale mai vista finora. E concentrata nel Sud del mondo, dove la combinazione dei diversi fattori è stata più forte: dal Covid-19, con una quota assolutamente esigua di popolazione vaccinata in Africa, alla guerra in Ucraina che ha portato a una fortissima riduzione della disponibilità di generi alimentari ed a un aumento esplosivo, e insostenibile, dei prezzi. Risultato: nel 2021 circa 2,3 miliardi di persone nel mondo, il 29, 3 per cento del totale della popolazione mondiale, sono in condizione di insicurezza alimentare.
AGENDA 2030
SICUREZZA ALIMENTARE
La sicurezza alimentare, altro obiettivo previsto dall’Agenda Onu 2030 per lo Sviluppo sostenibile in queste condizioni è meno di una chimera. Le persone a rischio insicurezza alimentare sono aumentate di 207 milioni di unità dallo scoppio della pandemia scoppio della pandemia (in Italia, secondi dati della Fao, quattro milioni di persone soffrono di insicurezza alimentare) e con gli effetti del conflitto in Ucraina ancora tutti da verificare. Più colpite risultano le donne, i bambini e gli anziani, ovvero le parti più fragili della popolazione, quelle che l’Onu nella sua Agenda per lo sviluppo sostenibile promette di proteggere. Due bambini sue tre, nel mondo, non vengono nutriti con una dieta minima e diversificata, della quale hanno bisogno per crescere al massimo delle loro potenzialità.
WFP E PERSONE CHE MUOIONO DI FAME
COME SCONFIGGERE LA FAME NEL MONDO
Come aveva denunciato Papa Francesco, senza usare il tono della menzogna ma con la sintesi del suo efficace e trasparente linguaggio, ci stiamo rassegnando, con cinismo e con indifferenza, a considerare la fame nel mondo come «una malattia incurabile». Complici anche quelle stesse Agenzie dell’Onu che poco o quasi nulla fanno, oltre che fornire cifre. A conferma di un’impotenza generale dell’Onu emersa anche nel corso del conflitto in Ucraina.
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COME AZZERARE LA FAME NEL MONDO
La fame nel mondo è curabilissima. A maggiore ragione nel tempo in cui la tecnologia e l’innovazione in generale hanno fatto passi da gigante e dettano l’agenda a governi e istituzioni. Possiamo azzerarla noi tutti, uno per uno, anche riducendo l’altro lato dello stesso scandalo, lo spreco di cibo: in Italia, nelle nostre case, stiamo migliorando, due famiglie su tre dicono di avere ridotto gli sprechi, ma siamo ancora a circa mezzo chilo di prodotti alimentari perfettamente commestibili che ogni giorno, in ciascuna casa italiana, finiscono nella spazzatura. Un’enormità. I primi due paesi di questa indecente classifica, le due superpotenze mondiali, sullo spreco del cibo presentano numeri impressionati: gli americani con un chilo e mezzo a testa al giorno, e i cinesi con un chilo e 100 grammi a persona, ogni giorno.
Poi ci sono le azioni dei governi e delle istituzioni sovranazionali, come appunto la Fao. Per ridurre la fame c’è una prima strada da battere: produrre di più, in agricoltura, e con meno, a partire dalle risorse naturali (pensate all’acqua) che ancora si sprecano. Servono poi investimenti, veri e non annunci virtuali, attraverso il canale della cooperazione internazionale per migliorare le infrastrutture rurali dove sono arcaiche e inefficaci. Al contrario, bisogna smetterla con lo spreco di sovvenzioni immotivate alle esportazioni agricole: troppo spesso sono opache e puzzano di corruzione. Quasi mai aiutano chi ne ha veramente bisogno. Così come non si possono alzare le mani rispetto all’andamento sui mercati delle materie prime alimentari come una qualsiasi azione in una qualsiasi borsa mondiale. Serve un freno a questa speculazione, altro spreco gigantesco a vantaggio del club dei soliti noti manipolatori e padroni dei mercati, che soffia sul fuoco della fame del mondo e di fatto lo alimenta.
COME RIDURRE GLI SPRECHI DI CIBO IN CASA: