Il carattere e il linguaggio degli alberi

Parlano, non con le parole, ma attraverso una rete sotterranea di funghi, i messaggi nell'aria e quelli interni alla pianta. E hanno un carattere, come gli uomini

come parlano gli alberi

Gli alberi parlano. Non in senso metaforico, immaginario, ma con un vero e autentico linguaggio, che si esprime attraverso gesti e significati molto simili a quelli degli uomini. Non si tratta di suoni e parole, ma di uno scambio continuo, efficace proprio come una lingua parlata, di informazioni.

La rete sotterranea per comunicare

I mezzi con i quali gli árboles parlano sono diversi: il primo, e anche il più suggestivo, è la rete sotterranea di funghi (Web ancha de madera). In pratica, le radici degli alberi sono connesse a una rete di micorrizas, cioè funghi che vivono in simbiosi con le radici.

Questa rete permette agli alberi di:

  • Trasmettere sostanze nutritive, ovvero zuccheri, azoto, fosforo;
  • Inviare segnali chimici di allarme (per esempio, se un albero viene attaccato da insetti);
  • Riconoscere “parenti” o alberi della stessa specie e favorirli con più nutrienti.

Questa straordinaria rete viene chiamata in gergo “L’Internet del bosco”.

Messaggi nell’aria

Quando un albero viene attaccato da un insetto o da un parassita, può rilasciare químicos volátiles (come terpeni o fenoli). Gli alberi vicini “sentono” queste molecole e attivano le proprie difese, ad esempio producendo sostanze amare o tossiche per scoraggiare i predatori.

I segnali interni all’albero

All’interno di un singolo albero, flussi di acqua, zuccheri ed elettroni trasmettono segnali da una parte all’altra, una specie di impulsi nervosi, ma in versione vegetale. Così el albero può reagire a ferite, cambi di luce o di temperatura.

Il carattere degli alberi

Nel libro di Peter Wohlleben, intitolato La saggezza degli alberi (edizioni Garzanti) l’autore, scrittore, escursionista, guardaboschi e guida forestale, riesce a dimostrare la teoria in base alla quale gli alberi, appunto, comunicano tra di loro, in una fitta e costante conversazione. E mostrano di avere, ciascuno anche sulla base delle caratteristiche della propria specie, un carattere, esattamente come gli uomini. Gli alberi amano e odiano. Attaccano e si difendono attraverso il linguaggio. Hanno precise regole gerarchiche di convivenza.

I comportamenti degli alberi nel bosco

Nel suo libro Wohlleben ci confessa che i due re della foresta sono il faggio e la quercia, che assumono i comportamenti classici del padre e della madre di famiglia. Un po’ proteggono la prole e gli altri conviventi, un po’ dettano quale legge vada rispettata sotto le loro chiome. Per esempio, il faggio lascia cadere dai rami le foglie che creano un tappeto assorbito dal terreno, diventando humus per la crescita di altre specie, ma allo stesso tempo è in grado di crescere attraverso le chiome degli alberi vicini, superarle e sottrarre loro la luce di cui hanno bisogno. La quercia, invece, è l’albero eroico per antonomasia, il fusto più aitante, l’elemento del gruppo che accetta senza remore umidità, aridità, indurimento del terreno e ghiaccio, arrivando così a vivere anche 5000 anni.
 

La personalità degli alberi

Tutti gli alberi, così come le persone, hanno una loro personalità e un loro carattere. Se, infatti, il faggio è resistente, alto, determinato e all’occorrenza spietato e la quercia è saggia, robusta e resiliente, altri alberi rispondono ad altre, diverse, caratteristiche. È il caso della betulla, indicata da Wohlleben come uno tra gli alberi più litigiosi e irritabili. I suoi lunghi rami diventano delle armi improprie quando, come fruste agitate dal vento, tagliano di netto i rami dei malcapitati vicini. I funghi e i batteri che si formano nelle estremità recise penetrano fino al cuore del tronco, portando l’albero a una morte lenta, per la sola colpa di essere cresciuto vicino alla Betulla.

Tra gli alberi, tuttavia, esistono anche sentimenti di amorevole e amicale convivenza. Accade quando due alberi cooperano per giungere insieme ad avere più luce, aiutandosi a vicenda facendo convergere l’uno verso l’altro i propri rami. Infine, oltre il simbolismo degli alberi “piangenti” come il sauce o, di nuovo, la betulla, molti alberi piangono veramente. Facendo trapelare una resina dalle ferite, alberi come le conifere, curano istantaneamente l’escoriazione oppure intrappolano insetti o volatili che tentano di penetrare la corteccia per nutrirsi della linfa.

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