Videolavagne, robosapiens, touch monitor entrate nella scuola di domani

Il vecchio gessetto bianco che stride sulla lavagna nera è sparito da un pezzo. La lavagna è diventata bianca, ci si scrive sopra col pennarello nero, la si illumina e la si trasforma in uno schermo, collegabile al computer per proiettarci sopra quel che si vuole. Ma adesso questo strumento fondamentale dell’istruzione scolastica fa un […]

Il vecchio gessetto bianco che stride sulla lavagna nera è sparito da un pezzo. La lavagna è diventata bianca, ci si scrive sopra col pennarello nero, la si illumina e la si trasforma in uno schermo, collegabile al computer per proiettarci sopra quel che si vuole. Ma adesso questo strumento fondamentale dell’istruzione scolastica fa un altro passo avanti: diventa non solo tecnologica e interattiva, ma capace di rispondere al tocco di un dito, anzi di più dita contemporaneamente. Ci si può scrivere sopra con le mani, o con qualsiasi altro dispositivo, penne di puntamento, stilo, matite. E le immagini che vi appaiono sopra non sono più soltanto a una dimensione, ma anche in 3D, come al cinema nei film dagli effetti speciali.

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La classe del ventunesimo secolo è stata presentata al Bett di Londra, la maggiore fiera mondiale dedicata alle tecnologie per la didattica, che resterà aperta sino a sabato 15 gennaio. Dentro ci si trova di tutto. Dai nuovi iPad o imitazione dei tablet della Apple, carichi di optional senza fili come videocamera, microfono, casse acustiche e sistema software per il riconoscimento della scrittura a mano, al Go-Robo Programmer, un robo-sapiens che insegna a scrivere facendo stupire e divertire; dai network per permettere agli insegnanti di monitorare meglio i compiti e il lavoro degli alunni, ai sistemi che

aiutano le scuole a risparmiare energia e denaro controllando l’uso dei computer.

Ma la parte del leone la fanno le lavagne interattive della Smart Technologies, l’azienda leader mondiale in questo settore, presente anche in Italia. Sebbene la prima lavagna interattiva sia stata creata dalla Smart esattamente vent’anni or sono, queste sono un ultimo modello ad alta tecnologia a cui, un po’ come agli "smart phones", i telefonini intelligenti, si può chiedere di fare un po’ di tutto. L’aspetto più fantascientifico è che utilizzano delle fotocamere incorporate nel telaio per rilevare a distinguere gli input da parte di un dito, di un polso, dell’apposita penna per lavagna interattiva o anche di altri oggetti. La tecnologia touch ottica, spiegano i rappresentanti della Smart, offre molti vantaggi rispetto ad altre tecnologie "touch", tra cui la capacità di riconoscere il tocco della superficie senza bisogno di premere con forza, scalare a grandi dimensioni e supportare più tocchi da parte di più utenti.

Completate da un proiettore integrato a brevissima distanza che permette di incorporare contenuti multimediali, video e digitali in 3D, e da due altoparlanti, la nuova lavagna interattiva, disponibile in vari modelli, offre una possibilità di apprendimento e di lezioni coinvolgenti che le precedenti generazioni di studenti (e di insegnanti) non potevano neanche lontanamente immaginare. Naturalmente, costano più della vecchia lavagna con il gesso: da 999 a 1790 euro. Ma gli esperti del ramo sostengono che nel lungo termine queste ed altre tecnologie per la didattica, pur sembrano inizialmente un investimento costoso, riducono il budget e le spese per le scuole.

"Non a caso la richiesta di sistemi per lavagne interattive è in continuo aumento in tutta Europa", ha dichiarato nancy Knowlton, amministratore delegato della Smart, durante una conferenza stampa sui nuovi prodotti presentati alla fiera londinese. "Gli insegnanti richiedono strumenti facili da usare e che ottimizzino al meglio sia il tempo passato in classe, sia i budget limitati di cui dispongono". Budget che saranno ora ancora più limitati: in Gran Bretagna, per esempio, dove i passati governi hanno investito 50 milioni di sterline nella tecnologicizzazione della scuola, questi fondi sono stati azzerati a causa della crisi economiche e delle restrizioni alla spesa pubblica. Il primo ministro Cameron, in cambio, ha dato alle scuole, agli insegnanti, alle associazioni di genitori, più potere per decidere come insegnare, cosa insegnare (e dove trovare i soldi per farlo). In ogni caso, prevede il quotidiano Guardian di Londra, nel momento in cui ai docenti viene data più libertà per innovare, ci si aspetta che la tecnologia giochi un ruolo sempre più grande nel trasformare la scuola del ventunesimo secolo e il modo in cui viene impartita l’istruzione del futuro.

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