Farmaci di fascia C: raccolta di firme per venderli anche nei supermercati

Oltre 70mila cittadini hanno già firmato per aprire un mercato che i farmacisti tengono in pugno. Si potrebbero risparmiare circa 900 milioni di euro. Il Parlamento non può essere ostaggio di una singola lobby.

VENDITA FARMACI NEI SUPERMERCATI –

Siamo in una fase molto delicata nella battaglia per la liberalizzazione dei farmaci di fascia C, quelli che devono essere prescritti dal medico e sono completamente a carico dei cittadini. La lobby delle farmacie, ben protetta in Parlamento, è riuscita a cancellare dalla nuova legge sulla concorrenza, in discussione alle Camere, la norma che ne consente la vendita anche nei supermercati. Ed è partita una raccolta di firme: finora ne sono arrivate più di 70mila da parte di singoli cittadini che vogliono ribellarsi a questa ennesima sconfitta della libera concorrenza.

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FARMACI FASCIA C NEI SUPERMERCATI –

Di quali medicine parliamo? Antidolorifici, antinfiammatori, ansiolitici, antidepressivi e anticoncezionali. Sono tutte pillole che hanno bisogno del parere scritto del medico per essere prescritte e vendute ai consumatori. Un mercato molto ricco, senza i lunghi rimborsi dello Stato e del Servizio sanitario nazionale, quindi con denaro contante. Un mercato che vale 2.937 milioni di euro di spesa, l’11 per cento del totale della spesa farmaceutica.

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RISPARMIO ACQUISTO FARMACI AL SUPERMERCATO –

Le farmacie non vogliono rinunciare al loro monopolio, a scapito anche di 3.700 parafarmacie presenti sul territorio nazionale. Da qui la raccolta di firme. Che cosa risparmierebbe il cittadino? Una cifra tra i 500 e i 900 milioni di euro l’anno, non poco dunque. C’è solo da domandarsi, a questo punto, se il premier Matteo Renzi, che si è sempre schierato a favore della concorrenza, deciderà di far sentire la sua voce per ripristinare la norma che apre un mercato, riduce gli sprechi e consente a tutti di risparmiare molti soldi.

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