Paolo e i laureati all’Università della solidarietà, dove si impara ad aiutare il prossimo

In questa ateneo di Treviso si sono laureati 30 corsisti che, dopo aver appreso la teoria, hanno sviluppato progetti per intervenire nel modo migliore sulle principali criticità del territorio. Alcuni di loro hanno imparato a gestire al meglio le eccedenze alimentari o ad assistere gli anziani non autosufficienti

PROGGETTI SOLIDALI SUL TERRITORIO

UNIVERSITÀ DELLA SOLIDARIETÀ –

Corsi universitari, workshop e stage per mettere in pratica la teoria imparata dietro i banchi. Lo schema è lo stesso di tutti gli atenei del mondo ma le lezioni insegnano materie che hanno l’ambizione di formare professionisti in grado di agire direttamente sulle principale criticità del territorio. È questo e tanto alto l’Università del Volontariato di Trieste che quest’anno ha permesso a 30 corsisti di imparare a gestire al meglio le eccedenze alimentari, ma anche di assistere gli anziani non autosufficienti, o le persone in difficoltà economica con progetti di sostegno al reddito. Paolo Maschio, ad esempio, ha un passato da manager in grandi aziende che però è sempre riuscito a ritagliarsi del tempo da dedicare al volontariato. Grazie a questa speciale università ha ideato un progetto di sostegno a domicilio degli anziani non autosufficienti e delle loro famiglie. “Volevo approfondire – a dichiarato in una recente intervista al Redattore sociale – la gestione di problematiche ricorrenti nell’attività di assistenza e consulenza prestata agli iscritti a Federmanager Treviso e Belluno, ipotizzando possibili soluzioni per il futuro fondate sul rispetto della dignità delle persone”.

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ESIGENZE SOCIALI DEL TERRITORIO –

Come Paolo ci sono altri 29 studenti, anche non giovanissimi, che hanno deciso di mettersi in gioco misurandosi nei campi più diversi. Tre di loro, ad esempio, hanno svolto stage nell’ambito dell’accoglienza dei migranti e delle povertà, mentre altri si sono messi dietro i banchi di scuola per acquisire le competenze necessarie per sviluppare al meglio la propria organizzazione solidale. L’Università di Treviso fa parte dei 5 atenei sostenuti dai Centri Servizi per il Volontariato in altrettante città (le altre sono Milano, Bologna, Salerno, Cosenza). Nell’ateneo veneto a laurearsi sono stati in 30, 10 provenienti dalla della Ca’ Foscari, 5 i cittadini aspiranti volontari e 15 i volontari attivi. Tutti hanno potuto seguire 170 ore di lezione grazie all’impegno di 31 docenti: tra questi 10 professori universitari (più due amministrativi) a titolo volontario, sempre dalla Ca’ Foscari. Dopo il periodo di formazione, i corsisti hanno svolto uno stage di volontariato di almeno 20 ore presso altrettante organizzazioni del territorio.

UNIVERSITÀ DELLA SOLIDARIETÀ2

PROGGETTI SOLIDALI SUL TERRITORIO –

Come Paolo, altri studenti hanno dato vita a progetti molto interessanti. Marino Fraccaro, per esempio, a 56 anni ha saputo mettersi in gioco avviando un laboratorio di scrittura e editing grafico all’interno dell’istituto penale per minorenni di Treviso. Anna Corò, 59 anni, invece si è dedicata al lavoro di rete sul tema delle povertà ed è diventata tutor di due persone in difficoltà economica e fragilità personale, attraverso un progetto di sostegno al reddito. Storie positive di chi sceglie di rimettersi sui banchi di scuola per imparare come aiutare il prossimo nel modo migliore.

Le foto sono tratte dalla pagina Facebook Ca’ Foscari Sostenibile

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