Un flop la scuola equestre in Sardegna

C’è un gioiello della Polizia nel cuore verde della Sardegna, tanto bello quanto costoso e dimenticato. Tra i lecci pluricentenari di Foresta Burgos, incuneata tra le province di Sassari e Nuoro, giace isolata la Scuola per i servizi di "alta formazione" della polizia a cavallo. Sono ventiquattro ettari di terreno, su cui sorgono un complesso […]

C’è un gioiello della Polizia nel cuore verde della Sardegna, tanto bello quanto costoso e dimenticato. Tra i lecci pluricentenari di Foresta Burgos, incuneata tra le province di Sassari e Nuoro, giace isolata la Scuola per i servizi di "alta formazione" della polizia a cavallo. Sono ventiquattro ettari di terreno, su cui sorgono un complesso ipermoderno, gli alloggi ricavati nelle residenze storiche del re sabaudo Carlo Alberto, un maneggio e un piccolo borgo. Un enorme spazio vuoto, attualmente utile solo a 5 persone. Le uniche che possono montare un cavallo, tra le 41 (poliziotti, guardie forestali e penitenziarie) presenti.

La scuola, di fatto pronta dal 2009, è stata inaugurata solo quest’anno. È costata 15 milioni di euro, di cui 5,2 presi dal Fondo europeo di sviluppo regionale, che ha come compiti quello di "correggere" gli squilibri economici regionali e "creare posti di lavoro durevoli". Obiettivi finora mancati e proprio per questo motivo l’Unione Europea – stando alle informazioni in possesso del sindacato di polizia Silp-Cgil – avrebbe minacciato sanzioni contro l’Italia. La struttura doveva infatti essere il perno dello sviluppo economico della zona, accogliendo ogni quattro mesi gruppi "freschi" di funzionari e ispettori provenienti da tutta Italia per seguire i corsi. Creando almeno un ottantina di posti di lavoro per i sardi nei servizi di refezione, accoglienza, manutenzione, più altri duecento nelle attività dell’indotto. Ad oggi, invece, si sono visti a Foresta Burgos appena 23 "corsisti". I cavalli, tredici di cui uno non utilizzabile, sono di una razza autoctona (la anglo araba sarda) poco mansueta e quindi poco adatta all’insegnamento. Negli ultimi mesi, non è un caso, due commissari capo donne sono state disarcionate ferendosi gravemente alla schiena. Dentro le strutture lavorano una quarantina di persone, ma solo due civili locali. Per tenere aperta questa struttura di eccellenza, tra stipendi, manutenzione e cura dei cavalli, se ne va ogni anno circa 1 milione di euro. E, soprattutto, quasi nessuno dei cavalieri delle forze dell’ordine vuole essere trasferito a Foresta Burgos. Nel mezzo del nulla.

L’idea di costruire una scuola lì, a 63 chilometri da Sassari, è venuta nel 2004 all’allora ministro dell’Interno, il sardo Giuseppe Pisanu. Era un modo per "risarcire" l’area del Goceano, 13 mila abitanti circa per nove comuni, colpita in quegli anni da tassi di disoccupazione del 50 per cento e da alcuni fattacci di cronaca nera tra cui l’attentato mortale al padre del sindaco di Burgos. L’opera viene quindi inserita nel "Pon", il Programma operativo nazionale "sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia". Una parte dei soldi arriva dall’Unione europea. Solo nel 2011, dopo una serie lunghissima di ritardi, si arriva all’inaugurazione.

"La struttura è spettacolare – racconta a Repubblica con la garanzia dell’anonimato uno dei poliziotti che lì lavora – ma c’è un po’ di umidità. Dal 2009, quando di fatto è stata ultimata e aperta, ad oggi sono stati tenuti solo due corsi, uno per 11 funzionari a marzo 2011, l’altro per 12 ispettori a settembre di quest’anno. Siamo in 41 a vivere qui: 27 poliziotti, 9 della penitenziaria, 5 della forestale. L’aspetto paradossale è che nella scuola equestre solo 5 di noi sanno montare a cavallo. Non ci sono gli istruttori".

A bruciare, per la comunità locale, è la convinzione dell’occasione persa. "I civili che avrebbero dovuto lavorare all’interno della scuola – dice Daniele Cocco, ex sindaco di Bottidda e oggi consigliere regionale dell’Italia dei Valori – secondo uno studio di fattibilità della Deloitte dovevano essere almeno ottanta. Sino ad oggi hanno lavorato lì solo 2 o 3 soci della cooperativa Adelasia di Burgos che garantisce il servizio di preparazione dei pasti. Mai più di 15 al giorno, a quanto mi risulta. La scuola nasceva sotto gli auspici migliori, ma le opportunità che ci avevano prospettato non si sono mai realizzate. Abbiamo regalato per 30 anni (i beni sono a disposizione della Polizia di Stato in uso gratuito) il territorio, dal punto di vista paesaggistico, più bello della provincia di Sassari".

Per evitare di incorrere nelle sanzioni dell’Unione Europea, in polizia stanno cercando di convincere 12 agenti e assistenti a cavallo (anche se la scuola era riservata inizialmente a livelli più alti) a seguire il corso pervisto per aprile 2012. "Cinque tra gli individuati sono di Roma – dice Massimo de Angelis, del sindacato provinciale Silp-Cgil – non vogliono andare, perché hanno famiglia nella capitale. Oltretutto non capiscono, e noi non capiamo, perché bisogna andare fino a Foresta Burgos per fare lo stesso corso che si può seguire nella nuova scuola di Ladispoli, molto più vicina".

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