Torino sprecona. Disperde il talento.

Lidea e’ nata leggendo linchiesta su R2 di Repubblica sul Paese da sbloccare. Ricambio della classe politica e dei vertici aziendali, meritocrazia e maggiore interesse per la cosa pubblica, pari opportunita’: in altre parole le proposte per rinnovare un Paese immobile. Cioe’ alcuni dei temi che hanno ispirato la nostra associazione. E allora ci siamo […]

Lidea e’ nata leggendo linchiesta su R2 di Repubblica sul Paese da sbloccare. Ricambio della classe politica e dei vertici aziendali, meritocrazia e maggiore interesse per la cosa pubblica, pari opportunita’: in altre parole le proposte per rinnovare un Paese immobile. Cioe’ alcuni dei temi che hanno ispirato la nostra associazione. E allora ci siamo detti: perche’ non organizzare un dibattito che declini il tema chiave su Torino?.

Luca Savarino, 40 anni, ricercatore in filosofia della politica alluniversita’ del Piemotne orientale, presidente di Newto, presenta cosi’ il dibattito che si terra’ lunedi’ pomeriggio allAuditorium della Fondazione Sandretto, in via Modane, intitolato LItalia da sbloccare. E Torino? organizzato in collaborazione con Repubblica. Moderati da Ettore Livini – lautore dellinchiesta per Repubblica – ne discuteranno Luciano Gallino, Alberto Dal Poz ed Elisa Rosso.

Savarino, Torino e’ una citta’ da sbloccare?
Torino non e’ migliore o peggiore di altre citta’. Anche qui esiste un problema di ricambio della classe dirigente, anche qui e’ avvertita la mancanza di meritocrazia. Eppure Torino, come lItalia, ha trentenni di talento e capacita’, interessati alla cosa pubblica. Insomma, una futura potenziale classe dirigente. Ma non viene sfruttata.

Il risultato qual e’?
Lo spreco di talenti. Mancano reti, strumenti che valorizzino chi ha capacita’. Un tempo cerano i partiti che assolvevano a questo compito. Oggi non accade piu’. Perche’ la nostra generazione e’ composta di individui di valore che restano isolati, monadi di competenze e capacita’ investite nellaffermazione individuale, guardando con sfiducia alla politica, indipendentemente dalla connotazione partitica, e alla possibilita’ di cambiare il mondo con gli strumenti dellazione collettiva. Il che equivale alla perdita di fiducia in un futuro migliore del presente.

NewTo cosa puo’ fare?
Innanzitutto NewTo e’ unassociazione apartitica, fondata da sette amici che uniscono leccellenza professionale allinteresse per la polis, per la cosa pubblica. Newto si propone di essere una delle possibili risposte allasfissia di un Paese da sbloccare.

In che modo?
Con uniniziativa che parte dal basso, che non vuole essere una lobby generazionale, ma che allo stesso tempo e’ cosciente che nessuno lascia il potere senza conflitto. Chiamparino ha certamente ragione quando dice che Nuovo non e’ bello: Noi dobbiamo essere pronti a rispondere alla pari che neanche Vecchio e’ bello. Insomma non si tratta di guardare allanagrafe, ma alle capacita’, ai meriti di ciascuno.

Quali altre iniziative avete in cantiere?
Abbiamo diviso la nostra attivita’ in due rami. Un ramo pubblico, con dibattiti come quello di lunedi’, a porte aperte per favorire il piu’ possibile uno dei nostri obiettivi: avviare la contaminazione tra esperienze diverse. Laltro ramo, riservato a un numero ristretto di partecipanti, rigorosamente selezionato, punta a una serie di seminari in cui rendere possibile uno scambio di esperienze umane e professionali ad alto livello facendo a meno del tradizionale metodo accademico. E notizia di ieri, Yale punta a creare una neo classe di policy maker, attraverso una svolta nella creazione di spazi di discussione tra i potenziali leader di domani. Credo che lindividualismo cinico diffuso, lamentato da piu’ parti, si combatta solo attraverso un senso di futuro condiviso.

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