La lezione dei tifosi del Senegal, dopo la partita puliscono gli spalti. È l’applicazione felice della teoria delle finestre rotte (video)

L’episodio in Russia, durante i Mondiali, ha colpito tutti: tifosi del Senegal e della Russia raccolgono i rifiuti allo stadio. Il vandalismo e la sporcizia, come l’ordine e la pulizia, sono contagiosi. Se qualcuno pulisce, poi lo fanno tutti…

TIFOSI PULIZIA STADIO

Anche da uno stadio può arrivare una lezione di grande civiltà. Anche i tifosi, il pubblico più scalmanato (e spesso incivile) di qualsiasi spettacolo, ci possono dare una bussola importante per capire che cosa sia, in concreto e nel quotidiano, il rispetto dell’ambiente, della pulizia, del decoro. Dello stare insieme.

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TIFOSI DEL SENEGAL PULISCONO STADIO

Nel corso dei Campionati mondiali di calcio Russia 2018 abbiamo assistito a uno spettacolo che vale più dei meravigliosi goal di Ronaldo o di qualsiasi emozione pallonara: i supporter del Senegal, vestiti come se andassero a una festa patronale, appena finita la partita con la Polonia hanno cambiato abito. E da tifosi della squadra, arrivati da un povero e disgraziato paese dell’Africa, si sono trasformati in spazzini e si sono messi loro, sacchi in mano, a raccogliere quintali di immondizia. Lattine di bibite, pezzi di cartone, le solite maledette cannucce, giornali e visiere: sugli spalti di uno stadio, specie alla fine di una partita, c’è di tutto e di più. E loro, i tifosi senegalesi, è come se avessero voluto dire: Scusate, abbiamo sporcato e adesso puliamo tutto. Lasciando gli spalti in ordine per quei poveri disgraziati degli addetti alle pulizie degli stadi che spesso devono lavorare come se fossero nel cuore di una discarica. E i tifosi del Senegal hanno fatto queste pulizie, esattamente nello stesso modo con il quale hanno tifato per la loro squadra: cantando e ballando, con gioia, come se fossero a una festa.

Anche i giapponesi, per la verità hanno dato una lezione simile a quella dei tifosi del Senegal, dopo la partita della loro nazionale con la Colombia. E proprio un tifoso colombiano, impressionato dalla scena ha pensato bene di filmarla e metterla in rete.  Sullo sfondo delle immagini si sente la voce del colombiano-cine-reporter che dice: «Complimenti, complimenti, siete davvero bravissimi…».

(Fonte: Repubblica/La voz del calcio – Twitter)

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TEORIA DELLE FINESTRE ROTTE

La storia dei tifosi del Senegal in Russia mi ha fatto subito venire in mente la famosa teoria delle finestre rotte. Il titolo è banale, ma si tratta di studi molto approfonditi, partiti dall’università americana di Stanford, che dimostrano una stretta relazione tra i comportamenti delle persone, il degrado o l’ordine dei luoghi, e le attività di piccola e grande illegalità e criminalità. In pratica: chi vive in un condominio dove le finestre dei palazzi sono tutte rotte, è portato quasi naturalmente a fare lo stesso, cioè a continuare a romperle ed a lasciare i luoghi dello spazio comune nella sporcizia. Il vandalismo è contagioso. Esattamente come il suo contrario: per cui chi riesce a tenere un luogo in ordine, come se fosse un esempio per tutti, contamina e orienta anche i comportamenti dell’intera collettività. Può accadere in uno stadio, ma anche in una strada, in un quartiere, in una città. Provate a essere poco civili, oppure a gettare solo una carta per terra in un quartiere dove tutto è in ordine (e non necessariamente in Svizzera) e vedete quale sarà la reazione della comunità che vi circonda.

Applicando la teoria delle finestre rotte come paradigma della sua amministrazione, negli anni Novanta il sindaco di New York, Rudolph Giuliani, cambiò il volto della metropoli americana. Tutti si sentirono coinvolti e partecipi in una città che diventava ogni giorno più pulita, e dove, per conseguenza del minore vandalismo, sono crollati anche gli episodi di micro-criminalità. Se riuscissimo, ogni domenica, a pulire qualche stadio, da soli, da tifosi, come hanno fatto in Russia i supporter di Senegal e Giappone, avremmo spalti più ordinati e più gradevoli, ma anche più sicurezza e meno violenza calcistica. Senza leggi, manette e tribunali. Pensate che rivoluzione.

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