Poste, ormai è una banca con 500 miliardi in tasca. Ma per le lettere continua il calvario dei clienti (foto)

Poste Italiane è ancora una società controllata dallo Stato con il dovere di svolgere al meglio un servizio pubblico essenziale. Senza lo spreco di un'ora di fila a uno sportello per ritirare una raccomandata.

DISSERVIZI POSTE ITALIANE

Una lettrice manda in redazione due foto scattate con il suo smartphone. Siamo in un ufficio delle Poste Italiane a Roma, dove lei entra, come documenta il suo scatto, e si mette in fila allo sportello per il Ritiro della giacenza alle 11.56 di un qualsiasi giorno di settembre e in condizioni normali della città. Roma, per capirci, non è allagata per una pioggia estiva o paralizzata da qualche sciopero.

La donna deve fare la cosa più banale del mondo: ritirare una raccomandata che il postino, come sempre alla velocità di un razzo, ha lasciato nella sua casella della posta, non essendoci né un portiere né una persona in casa. Operazione banalissima, che però diventa uno spreco enorme di tempo e anche di salute considerando la giusta rabbia della lettrice. Prima di potere ritirare la letterina, infatti, come è documentato dal secondo scatto, scoccano le 12.59. Ovvero è trascorsa più di un’ora abbondante!

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DISSERVIZI POSTALI

La parte incredibile, e inaccettabile, di questa storia di ordinaria complicazione della vita da parte di terzi, frequentissima, e non solo a Roma, visto che i portieri stanno ormai scomparendo ovunque, riguarda la natura e la mission della società che gestisce il servizio-disservizio. Parliamo di Poste Italiane, società strategica per il sistema Paese, quotata in Borsa tra mille fuochi di artificio, con stampa e tv nei panni degli artificieri, e self-marketing da parte dei precedenti amministratori dell’azienda (da qualche tempo sono cambiati), che resta pur sempre, e aggiungo: per fortuna, una società pubblica. Ripeto: pubblica, cioè dello Stato, attraverso gli azionisti di maggioranza (Ministero del Tesoro e Cassa depositi e prestiti) che incassano lauti dividendi anche grazie agli utili della società.

Chiarita la reale proprietà di Poste Italiane, veniamo alla sua funzione, non solo economica, e quindi alla sua attività. Nessuno vuole rimpiangere le infornate dei postini gradite al ministro ed ai sottosegretari di turno, nessuno può negare che una modernizzazione di Poste Italiane era necessaria ed è stata fatta. Ma nessuno può pensare che Poste Italiane rispetti gli italiani-consumatori soltanto nel mondo virtuale della sua pagina web e dove e quando gli fa comodo.

Sul sito ufficiale di Poste Italiane, infatti, in bella evidenza, compare una sezione Servizi al cittadino ed a carattere cubitali la scritta Di che cosa hai bisogno? Con le offerte di Poste Italiane a tutto campo: denaro, prestiti, investimenti, pensioni. E anche (ma che combinazione…) spedizione e recapito di posta. Quest’ultimo servizio, in particolare, è il più pubblico di tutti, in quanto ogni italiano è libero di mettere e di chiedere soldi dove vuole, ma se si tratta di spedire o ricevere una lettera, per giunta delicata come una raccomandata, deve passare (quasi) sempre e solo da Poste Italiane.

Con le trombette in mano per “narrare” le loro gesta, i super manager di Poste Italiane, negli anni scorsi, ci hanno abituato a snocciolare dati e performance, dai quali probabilmente hanno anche ricavato qualche bonus, qualche casella per la carriera, come se fossero gli autori di un miracolo nazionale, non solo economico. Un numero per tutti: Poste Italiane si vanta di avere 500 miliardi di “masse gestite”, cioè risparmi, sempre degli italiani. Complimenti, ottimo risultato per Poste in versione Super Banca. Peccato che gli italiani siano lo stesso popolo che, colpa grave, continua ad avere il vizietto di spedire e ricevere corrispondenza.

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Dunque la domanda è quasi retorica: la posta, con la minuscola, la vogliamo ancora curare? Vogliamo ricordarci che gli italiani non hanno avuto una condanna a vita in base alla quale devono subire il rito dell’attesa infinita davanti a uno sportello? Esiste ancora un’idea di servizio (pubblico) postale della società? Magari, questo settore di Poste Italiane non è quello più profittevole, ma è sicuramente quello nel quale la sensibilità e i diritti dei consumatori sono maggiori. E stare in fila per un’ora, davanti a uno sportello per ritirare una raccomandata, nei tempi di internet, del web e della velocità a tutto tondo, è semplicemente indecente e grottesco. Anche se l’ufficio postale ha una bella architettura, con un importante investimento di restyling, come se fosse, appunto, uno sportello bancario. E visto che Poste Italiane si presenta, lo dimostra la sua home page, come una società che parla alla nazione tutta chiedendo Di che cosa hai bisogno? noi avremmo una breve risposta da dare ai nuovi manager dell’azienda. Di una sola cosa: essere rispettati, da clienti, anche se solo per una raccomandata, e non essere calpestati come foglie in un giorno nel quale l’autunno è ancora lontano.

(Credits immagine di copertina: Cineberg/Shutterstock.com)

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