Pellicce di animali, chi non le elimina è fuori dal mercato. Lo ha capito anche Prada. E intanto in America e Russia…(foto)

Via le pellicce dalle collezioni del colosso della moda made in Italy. In California la vendita delle pellicce animali è vietata, in Russia l’offerta è crollata del 50 per cento. Una slavina sotto il segno della sostenibilità e del benessere. Per tutti

BASTA PELLICCE

STOP PELLICCE COLLEZIONI MODA

Alla fine è crollata anche Prada. Avete presente le slavine che investono tutto e tutti fino a quando non arrivano a un capolinea? Ecco, nell’universo nella moda, a proposito di sostenibilità e di nuovi stili di vita, sta avvenendo proprio questo: una valanga, che fa pulizia senza vittime ma semmai spargendo benessere, con annunci a catena, per dire al mondo che si è imboccata una strada senza ritorno, con nuovi paradigmi di produzione e di vendita, con nuovi stili di vita non solo sul piano estetico, ma innanzitutto su quello etico. Come nel caso delle ormai tantissime svolte «fur free», ovvero niente più pellicce.

PRADA FUR FREE

Prada (parliamo di un colosso del lusso e in generale della moda, con un fatturato annuo di 3,1 miliardi) nelle sue collezioni non avrà più pellicce di animali, mentre il nylon per i suoi tessuti sarà prodotto attraverso il riciclo, la parola corrispondente a un tassello dell’economia circolare che la comunità di Non sprecare considera una straordinaria opportunità. Scolpita nella nostra bussola editoriale: i 17 obiettivi dell’Onu –Agenda 2030 per uno Sviluppo sostenibile.

LEGGI ANCHE: Accessori moda fatti a mano dalle nonne, quando il talento non invecchia (Foto)

MARCHI CHE HANNO ABBANDONATO LE PELLICCE

Ai piani alti della moda , e anche a quelli più bassi, sta ormai dilagando la nuova tendenza: Basta pellicce. A soffiare sulle vele di un cambiamento epocale ci sono  imprenditori che non guardano soltanto al portafoglio, ma sono consapevoli del cambiamento in atto nella sensibilità dell’opinione pubblica, che poi incide anche sui fatturati, e quindi sul portafoglio. Quando già qualche tempo fa Donatella Versace ha deciso di escludere le pellicce di animali dalla sua collezione, lo ha fatto con queste parole, affidate al settimanale più letto dalla comunità finanziaria mondiale, The Economist : «Non voglio più uccidere animali per fare moda. Non è giusto».

ECO PELLICCE

Era ora, ci viene da dire. Ricordo di avere assistito a Parigi a un’importante sfilata di grandi marchi della moda, tutti con eco-pellicce, non più ricavate dallo spreco della strage di animali anche piuttosto rari. Era il lontano 2012. Adesso, dopo diversi anni, lo star system della moda sembra fare sul serio e ingrana la retromarcia sulle pellicce ricavate da ermellini, volpi, visoni, zibellini, oche. In tutto quaranta specie di animali, vittime di questa strage.

PER APPROFONDIRE: Non sprecare, compresa la vita di uomini e animali. Regala a tutti il nostro manifesto.

BRAND FUR FREE

La decisione della Versace era arrivata dopo analoghe svolte di Gucci e Armani, tanto per fare alcuni nomi di grandi marchi. E qui sta il cambiamento virale, in quanto finora le eco pellicce erano una piccola riserva indiana di alcune case di nicchia, come i furbissimi manager di  Stella McCartney che su questa tendenza hanno realizzato intere collezioni. D’altra parte, basta andare sul web e cercare Eco pellicce e si scopre una quantità enorme di stilisti che interpretano in vario modo il nuovo stile ispirato al motto Basta pellicce.

BASTA PELLICCE

Adesso bisognerà vigilare che tutto questo non si riduca a una pura operazione commerciale, a una forma di propaganda con la quale gli stilisti pensano di intercettare i nuovi gusti dei Millennials, i consumatori dai quali dipendono i loro fatturati. Se dovessi dare un consiglio, direi a tutti i signori della moda una cosa molto semplice: Non fate i furbi, i Millennials sono consumatori attivi e molto preparati. E al Basta pellicce ci credono sul serio. Sanno di interpretare, con grande forza, “lo spirito del tempo”, il cambiamento in atto a una velocità davvero imprevista. Ed a tutte le latitudini. In America, a San Francisco, a Los Angeles e in diverse altre città medie e piccole della California, la vendita delle pellicce animali è semplicemente vietata. Come hanno sempre chiesto associazioni ambientaliste come la Lav e la Fur Free Alliance. In Russia, dove la ricchezza e l’opulenza degli oligarchi si mostra innanzitutto acquistando pellicce animali, nei negozi del lusso le offerte di pellicce animali sono crollate del 51 per cento. Dunque, o le aziende della moda, dell’intero sistema moda, virano seriamente verso la Sostenibilità, oppure rischiano di farsi male, molto male. E questo proprio non vogliamo augurarlo, anche perché sono industrie che realizzano prodotti di alta qualità, simboli del migliore made in Italy, e danno lavoro a tantissime persone. E la (quasi) piena occupazione è uno degli obiettivi per un mondo più sostenibile.

PEZZI DA COLLEZIONE MODA SOSTENIBILE

Quando la tecnologia incontra la moda, ecco il tessuto ricavato dalla plastica riciclata

Progetto Quid. La moda solidale, sostenibile e non sprecona (foto)

Moda e riciclo, così dai rifiuti tessili nasce un’intera collezione (foto)

Mozziconi di sigarette, invece di finire a terra così diventano fibre per vestiti di moda (foto)

Torna in alto