Spese bancarie, costi volati del 20 per cento. E il piccolo risparmiatore paga

I dati arrivano dall’università Bocconi: nel 2013 tutti i costi dei servizi sono aumentati a ritmi impressionanti. Un vero e proprio salasso per i correntisti italiani

Parliamo di banche e sprechi, o meglio dei nostri conti, quelli dei clienti, che non tornano mai. I dati arrivano dall’università Bocconi, che certo non rappresenta un mondo accademico ostile al sistema bancario: nel 2013 tutti i costi dei servizi sono schizzati. A ritmi impressionanti. La spesa per la tenuta del conto corrente, per esempio, è salita del 5 per cento, il quadruplo dell’inflazione, e l’aumento vola al 43 per cento se facciamo il confronto con il costo di tre anni fa. Su 18 voci di spese bancarie che i risparmiatori devono pagare, ben otto sono cresciute in media del 20 per cento. Avete pagato una bolletta telefonica allo sportello? Vi hanno addebitato 3 euro, in media, rispetto ai 2,5 del 2012. Avete chiesto allo sportello un estratto conto? Vi è costato 1 euro, rispetto ai 50 centesimi dell’anno precedente, il doppio. Un bonifico sulla propria banca è schizzato a 4 euro (da 3,5), mentre un bonifico su altra banca da 4 è salito a 4,5 euro.

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Non parliamo della forbice che separa i tassi debitori (per i prestiti) da quelli creditori (per i soldi in giacenza). Il tasso passivo, lo paga chi va in rosso, è ormai al 20 per cento, due punti in più rispetto al 2012, mentre quello attivo è crollato allo 0,01. Perfino i bonifici online, che fino a poco tempo fa erano gratis, adesso si pagano, in media 75 centesimi e nonostante una serie di denunce dei consumatori, i prelievi con il Bancomat ancora si pagano, a una media di 2,1 euro.
Insomma, se facciamo i conti, i risparmiatori italiani hanno avuto un vero e proprio salasso dalle banche, che bisogna collegare a due cause. La prima causa riguarda in generale il sistema bancario, colpito al cuore dal dissesto di molti bilanci e dalla enorme quantità di crediti “incagliati”, cioè perdite secche delle banche. A questo punto gli istituti di credito hanno cercato di recuperare spazio per migliorare i loro conti con la spremitura dei clienti, colpendo così i più deboli: un buon cliente, infatti, è in grado di negoziare, e dunque di ottenere migliori condizioni anche per le spese più minute. In secondo luogo, le banche si trovano strette tra l’esigenza di remunerare gli azionisti, giustamente, e fare pulizia nei loro conti traballanti, anche perché alcune di loro sono sotto i riflettori della Banca centrale europea.

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E quale strada migliore per raggiungere il traguardo rispetto a quella di aumentare i ricavi più semplici da ottenere, cioè quelli dei semplici correntisti, puntando a colpirli con gli aumenti voce per voce? L’unica consolazione è che anche in Italia ormai esiste la concorrenza nel sistema bancario. E dunque ciascun correntista, ciascuno di noi, può confrontare le spese sostenute e le varie offerte che le banche fanno per catturare clientela. Dunque, solo una buona informazione ci può aiutare a scegliere la banca giusta ed a non sprecare soldi.

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