Gioco d’azzardo: così la lobby prova a fermare i sindaci no slot

Il senatore del Pd Santini ha tentato di introdurre una norma per tagliare le gambe a regioni e comuni che combattono il giro delle scommesse. I grillini lo hanno fermato. Ma il partito di Renzi, che da sindaco era contro le slot machine, ci riproverà?

SINDACI NO SLOT –

Ci hanno provato. Con il solito metodo che utilizzano per schierare dalla parte dei loro interessi i partiti politici e l’opinione pubblica: così la lobby del gioco d’azzardo sta tentando di ostacolare il movimento, nato dal basso, che combatte per ridurre le slot machine nei bar e nei locali pubblici e per ridimensionare il loro dello Stato biscazziere che coccola, solo per interessi di entrate fiscale, l’azzardo compulsivo.

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L’EMENDAMENTO ALLA LEGGE DI STABILITÀ –

Il senatore del Pd, Giorgio Santini, a nome del suo gruppo ha pensato bene di presentare un emendamento, quasi invisibile, alla legge di stabilità per impedire a regioni e comuni di «assumere iniziative in materia di gioco e di astenersi dall’introdurre misure». Della serie: voi sindaci e governatori non potete parlare, al gioco d’azzardo ci pensiamo noi.

L’IMPEGNO DEI SINDACI CONTRO IL GIOCO D’AZZARDO –

Per fortuna alcuni sindaci e alcuni governatori, ma innanzitutto i parlamentari del Movimento Cinque Stelle, hanno scoperto il trucco del piccolo e micidiale emendamento e, almeno per il momento, lo hanno fermato. Sul tavolo sono in ballo 84,5 miliardi di euro giocati dagli italiani lo scorso anno (nel Duemila erano appena 4 miliardi!): un boom inquietante che solo gli amministratori locali stanno tentando di contenere. Come? Con incentivi fiscali a bar e locali pubblici «no slot machine», riducendo per esempio il versamento dell’Irap, con il gioco d’azzardo consentito solo a certi orari e mai vicino alle scuole, con premi a chi chiude i «games corner». Il risultato di queste politiche è stato che in diversi comuni del Piemonte, della Lombardia, dell’Umbria, della Toscana e dell’Emilia Romagna, il gioco d’azzardo è diminuito. Ma questo evidentemente non faceva piacere al senatore Santini e al gruppo del Pd, e una volta che il suo tentativo è stato smascherato, lui ha ritirato l’emendamento dicendo, come al solito, di «essere stato frainteso».

DANNI DEL GIOCO D’AZZARDO –

No, a noi è tutto chiaro. Come sono chiari i danni del gioco d’azzardo, specie per i giovani, e come è chiaro chi, come e quando protegge la lobby dei biscazzieri. Piuttosto abbiamo una domanda da fare: il partito di Matteo Renzi, che da sindaco di Firenze è stato un avversario del gioco d’azzardo e delle slot machine nei locali pubblici, pensa di riprovarci a fare l’ennesimo regalo alle società che controllano questo mercato?

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