Scozia: se hai un figlio obeso te lo tolgono

Mattia  Bernardo  Bagnoli Londra Una famiglia di obesi. A quanto pare senza speranza. E la colpa, dicono i servizi sociali, è tutta dei genitori. Che nonostante le misure draconiane imposte dai funzionari comunali del municipio di Dundee, Scozia, non sono riusciti – per i servizi sociali non ci hanno nemmeno provato con troppa convinzione – […]

Mattia  Bernardo  Bagnoli

Londra
Una famiglia di obesi. A quanto pare senza speranza. E la colpa, dicono i servizi sociali, è tutta dei genitori. Che nonostante le misure draconiane imposte dai funzionari comunali del municipio di Dundee, Scozia, non sono riusciti – per i servizi sociali non ci hanno nemmeno provato con troppa convinzione – a far perdere peso ai loro ragazzi.
A mali estremi, quindi, estremi rimedi. I quattro figli più piccoli della coppia verranno dati in affidamento o in adozione: i genitori non potranno più avere nulla a che fare con loro. L’unica speranza per rivederli di nuovo è che, una volta raggiunta la maggiore età, decidano di mettersi in contatto con mamma e papà. Altrimenti addio.

L’estrema decisione, primo caso nel suo genere in tutto il Regno Unito, ha fatto immediatamente scalpore. Anche perché la coppia, le cui generalità non sono state rivelate per proteggere l’identità dei minori, non ci sta a passare come inadeguata o, peggio, senza cuore e senza cervello, e per questo ha deciso di contestare l’ordinanza in ogni sede legale possibile e immaginabile. «Possiamo anche non essere genitori perfetti – ha raccontato la madre al “Mail on Sunday” – ma amiamo i nostri figli con tutto il cuore. Immaginare un futuro in cui non li potremo più vedere è semplicemente intollerabile. I servizi sociali si sono scatenati per colpa del nostro peso e non ci hanno più lasciato in pace. E questo nonostante si sia fatto di tutto per dimagrire e per rispondere alle loro richieste. Ma lotteremo fino alla fine: sembra quasi che persino i carcerati godano di maggiori diritti di noi».

Il calvario della famiglia di Dundee è iniziato tre anni fa. I servizi sociali si attivarono dopo che uno dei sei figli accusò il padre di averlo colpito alla fronte. In realtà il ragazzo era caduto da solo sbattendo il capo sul calorifero, come in seguito ammise lui stesso. A quel punto gli operatori sociali concentrarono la loro attenzione sulla forma fisica dei bambini. «Con l’eccezione di uno di loro – si legge nel rapporto – sono tutti obesi». Il maschio, all’epoca dodicenne, pesava infatti oltre 100 chili, la sorellina di 11 circa 80 e la piccola di tre anni 25. Quanto pesino ora i quattro figli minori – tre femmine e un maschio – avviati all’adozione non è però chiaro. Sta di fatto che, dopo le prime osservazioni preliminari, i servizi ordinarono ai genitori di far fare attività fisica ai figli. Ma il peso non scendeva. A quel punto le misure si fecero più serie: la famiglia venne trasferita d’imperio in una casa di proprietà del comune nella quale solo tre figli alla volta potevano stare con i genitori. Gli altri, nel mentre, vivevano in affidamento.

Nella casa – una specie di Grande Fratello della dieta – i pasti si potevano consumare solo alla presenza di un operatore sociale. Il verdetto fu amaro: i ragazzi mettevano su peso ogni volta che stavano coi genitori. Affermazione che questi negano con forza. Il rapporto parla però di altre negligenze e di appuntamenti saltati con il dietologo. «Tutti elementi discutibili» – dice il legale della famiglia – e comunque di bassa rilevanza». «La pressione a cui siamo stati sottoposti in quella casa avrebbe spezzato chiunque – dichiara il padre 59enne -. Mangiare con un assistente sociale che ti guarda è intollerabile. Eppure abbiamo provato a resistere e abbiamo fatto tutto quello che ci veniva richiesto. Mia moglie cucinava piatti salutari come spaghetti al ragù fatti in casa e macinato di carne con patate. Abbiamo eliminato gli snack e abbiamo dato dolci ai nostri figli solo al sabato. Ma niente era mai abbastanza».

Tam Fry, presidente onorario della Child Growth Foundation, ha definito la vicenda «una disgrazia». «Questi genitori ha detto – hanno chiaramente cercato di reagire. Hanno insomma giocato al gioco del municipio eppure stanno per perdere i loro figli». Il Dundee City Council non ha però fatto una piega: «Il comune – ha detto un portavoce – agisce sempre nell’interesse dei minori tenendo a cuore la loro sicurezza e il loro benessere».

 
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