Integratori alimentari: perché quasi sempre sono inutili

Strano record italiano, che puzza di sprechi: siamo il paese che consuma la maggiore quantità di questi prodotti in Europa. Eppure, secondo il professore Grattini, possono anche fare danni

Utilità integratori alimentari

INTEGRATORI ALIMENTARI INUTILI

Tra i tanti strani record che abbiamo in Italia c’è quello del consumo pro capite di integratori alimentari. Oltre 32 milioni di italiani acquistano, ogni anno, integratori alimentari, e spendiamo, mediamente, circa 42 euro all’anno a testa. Record europeo, che puzza di spreco e pone il seguente interrogativo: Gli integratori alimentari servono davvero. Lo spreco è evidente per due motivi. L’abisso che ci separa dagli atri paesi europei, dove pure c’è grande attenzione per la salute (in Francia la spesa è di appena 12 euro per cittadino all’anno; in Austria e Belgio, 33 euro). E il fatto che siamo il paese per eccellenza della dieta mediterranea e delle sue materie prime, dalla frutta alla verdura. Dunque, siamo pieni di integratori alimentari naturali, e non si capisce per quale motivo dobbiamo fare incetta di quelli che troviamo in farmacia, pompati dal marketing e dalla pubblicità.

RISCHI DI INTEGRATORI ALIMENTARI

A parte lo spreco di soldi, ci sono anche alcuni rischi legati agli integratori alimentari. Una moda, che come tanti acquisti compulsivi, abbiamo importato dall’America. Siete mai entrati in una farmacia di una qualsiasi cittadina degli Stati Uniti? Sembra di stare in un supermercato, solo che invece di cibo, bibite e prodotti per la casa, vi vendono a dosi massicce integratori alimentari a base di vitamine, amminoacidi, sali minerali ed estratti di erbe. Per gli americani è una vera droga. Eppure alcune ricerche scientifiche proprio di fonte universitaria americana, ma ben nascoste grazie alla potente lobby industriale degli integratori, dimostrano   i legittimi dubbi sulle possibili controindicazioni di questi prodotti. L’analisi più completa sullo spreco degli integratori alimentari è stata pubblicata.

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ELENCO VITAMINE NEGLI ALIMENTI

L’analisi che denuncia lo spreco degli integratori alimentari è stata pubblicata dalla rivista New Scientist e prende in considerazione tutte le categorie di vitamine, dalla A alla K. Nel caso della vitamina A (fondamentale per la crescita e per la vista) viene assolutamente sconsigliato l’uso di integratori che, secondo alcune ricerche, potrebbero perfino aumentare i rischi di tumore. Meglio invece il pesce o il latte con i suoi derivati. Integratori di vitamine B (quelle che trasformano in cibo in energia) possono essere considerati soltanto per vegani e vegetariani. Queste vitamine utili per la prevenzione cardiovascolare, infatti, si trovano nella carne, nelle uova e nei latticini. Vitamina C, la più venduta, che ci porta calcio e cromo: gli integratori non servono assolutamente a nulla. Bastano frutta e verdura. La vitamina E, che svolge una funzione essenziale per rafforzare le nostre difese immunitarie, ci arriva in modo naturale ed a sufficienza dagli oli vegetali, dai semi, dalla frutta secca e dalle verdure verdi. Si possono assumere integratori alimentari sono se venisse certificata una carenza nell’organismo di vitamina E. La vitamina D, la cui carenza può favorire il rachitismo, ci arriva con i raggi del sole: dunque gli integratori sono possibili per donne incinte, anziani e bambini che non possono prendere il sole. La vitamina K, che rafforza le ossa, si trova nelle verdure, e anche in questo caso i medici sconsigliano gli integratori. Inutili e costosi.

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INTEGRATORI ALIMENTARI CONTROINDICAZIONI

In Italia la voce più autorevole sull’argomento è sicuramente quella di Silvio Garattini, per molti anni direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” di Milano: «Ormai è pacifico che questi prodotti sono inutili, piuttosto si sta indagando per capire se non siano portatori di effetti tossici». E anche in questo caso è indicativa una ricerca di fonte americana condotta in 63 reparti di pronto soccorso degli ospedali del Paese. Bene: sulla base dei dati raccolti si stima che negli Stati Uniti ogni anno vi siano 23.000 persone che finiscono in pronto soccorso per gravi effetti avversi attribuiti proprio a integratori alimentari. Nel 30 per cento dei casi si tratta di giovani adulti in età compresa tra i 20 e i 34 anni, e nel 20 per cento di casi di bambini che hanno avuto accesso a questi prodotti senza alcun controllo da parte del pediatra.

ALTERNATIVE NATURALI AGLI INTEGRATORI ALIMENTARI

Ascoltate, dunque, il consiglio del professore Garattini: per le giuste dosi di vitamine e sali minerali che servono al nostro organismo, non bisogna utilizzare, sprecando soldi, gli integratori alimentari, ma basta una buona dieta mediterranea. E se proprio non volete rinunciare alla vostra inutile spesa, comunicatelo al medico, se non altro per evitare almeno la tossicità dovuta a interazioni con altri farmaci.

STUDIO SU INTEGRATORI ALIMENTARI

Uno studio realizzato da Fabiana Quaglia, docente di Tecnologia farmaceutica dell’università
Federico II di Napoli, ha dimostrato l’inutilità sostanziale degli integratori alimentari: non sono in
grado di rilasciare i loro componenti attivi, quelli per i quai vengono acquistati. Gli integratori
esaminati dalla Quaglia non hanno passato il test della disgregazione, che simula ciò che avviene
nell’apparato digerente. In pratica, una volta che entrano nell’esofago, poi non si sciolgono nello
stomaco o nell’intestino. E non hanno quindi alcun effetto. Andando oltre, la docente napoletana
ha allargato il test su trenta integratori alimentari in compresse di diverse marche. Risultato: la
metà di queste compresse non ha superato il test. Per evitare ciò che si configura come una vera
truffa, la Quaglia chiede alla Federsalus, l’associazione del settore, di imporre a tutti gli associati il
test di disaggregazione. Ed ai consumatori suggerisce di farlo in casa. Basta tenere la compressa in
acqua a 37 gradi per mezz’ora e vedere che cosa accade: se non si scioglie può anche riportarla al
farmacista. Non serve a nulla.

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