Biblioteche, si possono salvare trasformandole in luoghi di intrattenimento. Con caffè e ristoranti

Stiamo lasciando morire un grande patrimonio culturale del paese: il personale delle biblioteche in Italia si è dimezzato negli ultimi dieci anni. Eppure tanti privati, compresi studenti e stranieri, si danno da fare per salvarle. La soluzione della Gran Bretagna.

COME SALVARE LE BIBLIOTECHE

Non so quanti romani conoscano la Casa delle letterature, un gioiello nel pieno centro storico di Roma. Non è solo una bella biblioteca comunale, ben attrezzata e ben organizzata: è uno spazio di vita condivisa della città. Un giardino in perfetto ordine, sale e aule come se fossimo in un’università anglosassone, aree per stare insieme, non solo a leggere. Mettere piede in un luogo del genere significa respirare fino in fondo l’aria e il significato delle biblioteche. Un grande patrimonio nazionale che purtroppo stiamo sprecando e disperdendo. I numeri sono impietosi. Negli ultimi dieci anni il personale che lavora nelle biblioteche pubbliche (nazionali, comunali, regionali) è dimezzato: siamo a circa 900 persone in tutto, la metà del 2008. Meno lavoratori significano più chiusure degli spazi, e orari sempre più corti. Così le biblioteche muoiono. Si può fare qualcosa per salvarle?

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COME RILANCIARE LE BIBLIOTECHE PUBBLICHE ITALIANE

Partiamo dal presupposto che l’Italia condivide questa sciagura con buona parte dei paesi europei, mentre negli Stati Uniti le biblioteche sono come i musei: agorà, piazze, luoghi delle comunità in un paese che non ha i nostri classici spazi pubblici urbani. In Gran Bretagna è stata applicata, con efficacia, una ricetta radicale: trasformare e fare evolvere le biblioteche. Farle diventare cioè luoghi di intrattenimento a tutto campo, super attrezzate dal punto di vista tecnologico, ma anche con ristoranti, caffetterie, piccoli cinema. Una specie di centro commerciale della cultura, multiuso, frequentabile dai giovani (anche per un’accorta politica di prezzi contenuti), dalle famiglie, dai pensionati. Un modello del genere può funzionare anche in Italia. Già immagino qualche vestale della cultura pubblica che alza il sopracciglio e protesta: “Che facciamo? Privatizziamo anche le biblioteche?”. Balle. Soldi e risorse, sia nazionali sia a livello locale, non ce ne sono, e quindi senza l’intervento dei privati le biblioteche possono solo continuare la loro lenta agonia. E quando parlo di privati mi riferisco sì a possibili sponsor, aziende e cittadini, ma anche a strumenti di raccolta di risorse come il crowdfunding che sono molto efficaci per iniziative di questo genere. Inoltre, i privati chiamati a gestire le biblioteche potrebbero essere associazioni, circoli culturali, gruppi di cittadini che si fanno avanti. E ci sarebbero tante opportunità di lavoro. Un altro esempio efficace che mi viene in mente, e dove spesso sono stato a parlare, è il Circolo dei lettori di Torino. Qui la biblioteca è perfettamente integrata in un vecchio palazzo, molto elegante, dove si susseguono saloni e spazi per la lettura, per le conferenze, per incontri pubblici. Con un eccellente ristorante.

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BIBLIOTECHE PUBBLICHE ITALIANE

Secondo i dati rilevati dal ministero dei Beni Culturali e del Turismo, in Italia si contano circa 12.936 strutture, con una maggiore concentrazione al Centro (47 per cento) rispetto al Nord (36 per cento), e il solito ribasso al Sud (17 per cento).

COME SALVARE LE BIBLIOTECHE ITALIANE

Che fare quindi per rilanciare le biblioteche? Partiamo da un format di grande successo, del quale abbiamo parlato sul nostro sito, sperimentato da una generosa professoressa, Antonella Agnoli, che da anni è impegnata nell’apertura di nuove biblioteche in tutta Italia, recuperando anche aree ed edifici dismessi. Il suo modello funziona, perché la biblioteca della Agnoli è uno spazio vivo, dove si crea comunità, un punto di incontro e non solo un luogo di lettura. Questo è lo schema giusto. Quanto alle risorse, perché non incentivare, in tutti i modi possibili, interventi di imprese, associazioni e singoli benefattori a vantaggio di una biblioteca? La sorte delle nostre biblioteche è una battaglia di civiltà, che può avvicinare i giovani alla lettura, in un momento drammatico per la diffusione e le vendite dei libri, e migliorare il livello della formazione.

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