Pesaro, il Centro del riuso per riciclare qualsiasi rifiuto

Strutture simili anche a Capannori e Reggio Emilia. Le piattaforme sul web

centro del riuso pesaro

Biciclette, libri, giocattoli, indumenti, elettrodomestici, cellulari e addirittura computer: non manca proprio nulla nel nuovo Centro del Riuso inaugurato a Pesaro all’interno del Centro di Raccolta Differenziata di via dell’Acquedotto.

La struttura, realizzata e gestita da Marche Multiservizi, è uno spazio in cui ridare vita a tutto ciò che è ancora utile e in buono stato a favore della diffusione di una cultura del riutilizzo e del reimpiego e non dello spreco.

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CENTRO DEL RIUSO PESARO

Obiettivo: tutelare l’ambiente cercando di ridurre la quantità di rifiuti e fornire un aiuto concreto a quella parte di popolazione che a causa della crisi economica o di motivi vari non ha la possibilità di accedere a determinati beni che attraverso il centro può invece avere a titolo gratuito.

All’interno del Centro, tutti gli oggetti consegnati dai cittadini vengono controllati in modo tale da valutare se sono ancora in buono stato e se funzionano. Superato il controllo di conformità, ad ogni oggetto viene associato un punteggio in base al quale gli utenti possono effettuare il prelievo.

Dopo aver compilato un modulo, i singoli utenti e le organizzazioni no profit possono procedere gratuitamente al prelievo dell’oggetto richiesto con una frequenza non superiore a due prelievi per mese solare con un limite di 50 punti a prelievo.

Il Centro del Riuso è aperto nei giorni martedi e giovedi dalle 15.00 alle 17.30 e il sabato dalle 8 alle 12. Per maggiori informazioni potete consultare la pagina web del gruppo Marche Multiservizi.

CENTRO RACCOLTA DIFFERENZIATA PESARO

Ma quella di Pesaro non è l’unica iniziativa volta a promuovere uno stile di vita non sprecone. A Reggio Emilia c’è Remida, uno dei primi centri di riuso aperti in Italia. A  Capannori, in provincia di Lucca vi è invece La Bisaccia, inaugurato nel 2011.

Attualmente, il settore dell’usato, tra mercati, cooperative sociali, botteghe di rigatteria e dell’usato e enti di solidarietà, conta nel nostro Paese circa 50mila operatori e 80mila persone impiegate. Altrettanto notevole il potenziale di riutilizzo che nei sei centri di raccolta di Roma è pari al 63 per cento dei conferimenti. Stessa cosa per i centri di Anguillara e Ciampino, appena fuori dai confini della Capitale, dove il riutilizzo raggiunge percentuali pari al 46 e al 56 per cento dei conferimenti. E le cifre sono alte anche a Udine e nella provincia di Vicenza.

Ma non è tutto. Il riuso, nel corso degli ultimi anni, ha conosciuto un incredibile sviluppo anche attraverso il web.

Diventano ogni giorno di più le piattaforme online sviluppate per favorire il recupero dei materiali inutilizzati come nel caso dell’eco-store Reoose, creato nel 2011 da una giovane coppia che non sapeva come riutilizzare un materasso nuovo. Da qui l’idea di scambiarlo con qualcos’altro attraverso il web. Oggi Reoose conta quasi 30mila iscritti, oltre 5 milioni di pagine viste e migliaia di scambi di oggetti tra gli utenti. Come spiega Luca Leoni, fondatore del progetto insieme alla moglie: “Abbiamo una percentuale molto alta di ragazzi tra i 16 e i 24 anni che acquistano giochi e scambiano libri. Dai 24 in su molti scambiano tecnologia, arredamento, passeggini e altri oggetti per l’infanzia”.

Vi è poi Dropis, una start up fondata nel 2012 per facilitare lo scambio di beni e servizi attraverso l’utilizzo di una moneta virtuale denominata appunto Dropis. E ancora Recyproco, un progetto ancora in progress che una volta attivo prevederà la possibilità di scambiare oggetti attraverso un network di organizzazioni, cittadini, imprese e artigiani.

(Immagine in evidenza photo credits: Gruppo Hera)

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