“Diamo i cibi invenduti a chi ne ha bisogno” (Sergio Mattarella)

Anche il presidente della Repubblica, indirettamente, chiede una legge contro lo spreco dei prodotti alimentari sul modello di quella approvata in Francia. Che cosa aspetta il governo a fare una proposta?

RECUPERO PRODOTTI INVENDUTI –

Il capo dello Stato ha colto al volo l’occasione della sua prima presenza ufficiale all’Expo, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, per lanciare un sasso nella palude degli sprechi alimentari. «E’ possibile che prodotti invenduti, in prossimità della scadenza, vengano dati a chi non ne ha a sufficienza?»  sì è chiesto  Sergio Mattarella.

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DONARE CIBO INVENDUTO AI POVERI –

Anche senza una citazione diretta, è chiaro che il presidente della Repubblica nel suo intervento abbia voluto riferirsi a quanto hanno fatto, alcuni giorni fa, i francesi: una legge, chiara e semplice, che obbliga i supermercati a dare alle associazioni di volontariato il cibo altrimenti destinato a finire nella spazzatura. È una legge che bisognava fare prima in Italia, come abbiamo ricordato nel nostro sito, dove la rete del volontariato che si occupa del recupero e della distribuzione dei prodotti invenduti è larghissima e sottoutilizzata. E bisognava farla proprio in occasione dell’Expo: sarebbe stato un segnale importante, al di là della solita retorica e della pioggia dei dati sullo spreco del cibo. Ormai lo sappiamo da anni: lo spreco alimentare nel nostro Paese vale circa 8 miliardi di euro l’anno, anche se è in diminuzione negli ultimi anni. Recuperare il cibo in grandi quantità è dunque possibile: basta volerlo, e aiutare chi lavora in questa direzione. Senza demagogia e senza vuote enunciazioni di principi.

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