Dall’Umbria arriva la dispensa sociale: cibi pronti e freschi invenduti per chi non può permetterseli

Il progetto della Cooperativa Sociale Babele prevede la raccolta dei beni alimentari non serviti presso mense scolastiche e aziendali insieme ai freschi e freschissimi che rimangono invenduti presso i supermercati. Servendo giornalmente circa 450 famiglie in difficoltà in 5 comuni

recupero eccedenze alimentari

RECUPERO PRODOTTI ALIMENTARI IN ECCEDENZA

Recuperare le eccedenze alimentari per evitare sprechi di cibo ancora buono e, allo stesso tempo, aiutare chi vive in situazione di difficoltà: questo l’obiettivo alla base del progetto “Dispensa solidale” promosso dalla Cooperativa sociale Babele di Ellera di Corciano, in provincia di Perugia, fondata nel 2005 da Barbara Capacci ed Emanuele Costantini.

LEGGI ANCHE: Panifici solidali: dove è possibile, ogni giorno, donare il pane ai poveri. Si evitano sprechi e si aiuta chi è in difficoltà

LA DISPENSA SOLIDALE DELLA COOPERATIVA BABELE

Recuperare, come si legge nella presentazione della cooperativa nata in Umbria, è una buona pratica, preziosa per noi e per gli altri.
Altri che stanno vivendo sempre più la morsa della crisi e delle difficoltà economiche che aumentano giorno dopo giorno: numerosissimi sono, purtroppo, i nuclei familiari colpiti dalla diminuzione del reddito anche a causa della sempre maggiore precarietà lavorativa.

La prima cosa a diminuire, purtroppo, è la capacità di spesa, per cui anche le dispense diventano più magre. Perché non pensare a connettere chi ha cibo in eccedenza, come la grande distribuzione, e chi ne vorrebbe di più ma non può averne? 
Nasce così il progetto della dispensa solidale, un sistema integrato di recupero delle eccedenze alimentari e la loro distribuzione con il coinvolgimento di soggetti pubblici e privati locali, che ha numerose conseguenze positive e virtuose. Prima di tutto si riducono i grandi numeri dello spreco alimentare collaborando con la grande distribuzione (responsabile annualmente dello spreco di circa 5 tonnellate di cibo ancora edibile) e evitando che la maggior parte del cibo sugli scaffali finiscano in discarica, si recupera ricchezza e, ultimo ma non ultimo, si cerca di dare lavoro, in questo progetto, a persone in condizioni di difficoltà di inserimento lavorativo.

Questi in particolare, i punti principali su cui si basa il progetto, che ha numeri importanti. Solo nel 2018, dopo aver esteso l’iniziativa ad altri Comuni disseminati tra l’Umbria e l’Emilia- Romagna, quali Narni, San Giovanni in Persiceto, Sala Bolognese, Calderara di Reno e Magione, i pasti erogati al giorno sono circa 1400, per un totale di circa 45 quintali di cibo recuperato e 450 famiglie aiutate.

PER APPROFONDIRE:Frigoriferi solidali, la rete spagnola in tutto il paese. Nei quartieri chi ha cibo avanzato lo deposita, e chi ne ha bisogno lo ritira (foto)

COME FUNZIONA IL PROGETTO “DISPENSA SOLIDALE”

Il funzionamento della dispensa solidale è abbastanza intuitivo: non si prevede solamente il ritiro diretto dei prodotti alimentari freschi invenduti dalla grande distribuzione, ma anche la creazione di un sistema di distribuzione basato sulla collaborazione tra pubblico, privato e terzo settore. Il coordinamento della raccolta, lo stoccaggio, la selezione e la distribuzione dei prodotti è a cura della Cooperativa Babele, che così è in grado di offrire posti di lavoro, mentre la ripartizione sui  territori del cibo è facilitata anche del contributo di volontari e di associazioni locali che ne consentono una distribuzione equa ed efficace fungendo da raccordo con quella fascia di popolazione che nel tempo si è rivolta ai servizi sociali per richiedere beni di prima necessità ed assistenza economica.

Proprio per questo il circuito innescato è virtuoso e di grande collaborazione con le iniziative già esistenti, come il Banco Alimentare.

recupero eccedenze alimentari

DISPENSA SOLIDALE

I prodotti che vanno a comporre la dispensa solidale, provengono dalla raccolta dei beni alimentari non serviti presso mense scolastiche e aziendali ai quali si aggiungono i prodotti freschi e freschissimi che rimangono invenduti presso i grandi magazzini locali ed i negozi al dettaglio. 

Ma oltre al cibo, alla spesa, ai pasti, dietro la dispensa solidale c’è il concetto, ben più bello e alto dell’accoglienza incondizionata e non giudicante, nonché il desiderio di inserire “elementi di bellezza” nelle vite di chi si incontra per la consegna del pasto, creando un legame tra le famiglie e le comunità.
Una risposta alla situazione di emergenza sociale che fa della cooperazione tra privato, pubblico ed associazionismo un punto di forza, l’inizio di una rete virtuosa che è uno dei tanti, importanti, passi verso la lotta alla povertà e allo spreco di cibo.

PREMIO NON SPRECARE 2019:

 

Torna in alto