Quelli della campagna low-cost

C’e’ chi si fa aiutare dagli amici, chi da associazioni politicamente vicine, chi sceglie il low-cost, chi chiede sconti. Tutti assicurano che resteranno sotto il tetto massimo di spesa consentito dalla legge. Vale a dire tra i 40mila e i 50mila euro, a seconda dell’ampiezza della popolazione della circoscrizione provinciale dei riferimento. Ma come si […]

C’e’ chi si fa aiutare dagli amici, chi da associazioni politicamente vicine, chi sceglie il low-cost, chi chiede sconti. Tutti assicurano che resteranno sotto il tetto massimo di spesa consentito dalla legge. Vale a dire tra i 40mila e i 50mila euro, a seconda dell’ampiezza della popolazione della circoscrizione provinciale dei riferimento.
Ma come si fa a costruire una campagna elettorale con 50mila euro? Margherita Peroni, candidata per il Popolo della Liberta’ a Brescia ha speso solo quello che serve per stampare. Le spedizioni nelle cassette delle lettere sono state mirate. Per le affissioni mi sono affidata ai volontari, e al posto dei pranzi ho scelto gli aperitivi: meno impegnativi e piu’ graditi.

Anche Davide Boni, candidato per la Lega Nord a Milano e’ rimasto nei limiti di legge. Devo dire grazie ai militanti, che mi aiutano nel volantinaggio e nelle cene spiega. Per quanto riguarda i canali di finanziamento, si tratta soprattutto di amicizie personali, anche artigiani e piccole attivita’, ma vicini al partito. un legame politico ? spiega il vicepresidente della Regione uscente ?: non c’e’ la grande impresa.
Sempre a Milano, Romano La Russa, assessore al Lavoro nel’ultima giunta Formigoni, afferma di potere contare sull’aiuto di amici all’interno di un partito dove la militanza e’ ancora un valore. Non ho ancora un’idea precisa della spesa affrontata ? spiega ?, ma non andro’ oltre i 40mila euro previsti dalla legge. Per quanto riguarda i finanziamento e’ tutto alla luce del sole. Qualcuno mi ha proposto un aiuto ? spiega ?, ma vado avanti con le mie forze. Voglio essere libero: se un amico mi da’ 1.000 euro va bene, ma non voglio fondi dalle imprese.

Silvia Ferretto, candidata per l’Udc, ha fatto una scelta politica ? spiega ?. No a cene o a gadget. Mi presento con il lavoro svolto in Regione, vado nei mercati, nelle piazze, distribuisco i volantini, incasso gli eventuali rifiuti, ma guardo in faccia i cittadini. Per finanziare la campagna ho avuto qualche proposta ? spiega ?, ma l’ho rifiutata. Sto utilizzando risorse personali: circa 50mila euro trasferiti dal mio conto corrente a quello del mandatario.
A Brescia, Mauro Parolini, Pdl, ex assessore provinciale ai Lavori Pubblici sta spendendo circa 40mila euro. Non e’ molto ? spiega ?, in un territorio che conta su 1,3 milioni di abitanti e che ha una vasta estensione geografica: servono 3 ore per andare da un capo all’altro della provincia. Ho programmato due spot al giorni per 8 giorni sulle tv locali: non e’ molto, ma le risorse sono limitate.

Sempre a Brescia, l’assessore regionale uscente al Commercio, Franco Nicoli Cristiani, sta affrontando per il Pdl una campagna nei limiti di spesa di legge. Sono supportato da un’associazione culturale che mi aiuta ad allestire i gazebo e a attaccare i manifesti. Per quanto riguarda le risorse ho chiesto contributi ad alcuni imprenditori vicini ? aggiunge ?. La crisi un po’ si sente: nel 2005 avevo fatto meno fatica ad organizzarmi. Tutto sommato, pero’, non ho avuto difficolta’ nemmeno questa volta.

Campagna davvero low cost, infine, per Pietro Bussolati, 27 anni, candidato del Pd a Milano. Le risorse sono state messe insieme da una rete di sostenitori e conoscenti, a cui si aggiunge un po’ di autofinanziamento familiare. Investo su me stesso, dice Bussolati. La comunicazione fatta in casa del giovane candidato Pd non superera’ i 10mila euro. Bussolati sta percorrendo anche strade piu’ “tecnologiche”, da Facebook ai blog.
Il punto, per me, non e’ tanto mostrare una faccia nuova, quanto farmi conoscere spiega. Cosa, evidentemente, non facile, con soli 10mila euro.

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