Quanto vale il terzo settore? Il 4,3% del Pil

Il terzo settore in Italia ha un giro d’affari di circa 67 miliardi di euro, un fatturato pari al 4,3% del Pil, superiore all’intero settore della moda made in Italy. È quanto si legge nella ricerca appena presentata a Milano ‘Il valore economico del terzo settore in Italia’, realizzata da UniCredit Foundation e dall’istituto di ricerca […]

Il terzo settore in Italia ha un giro d’affari di circa 67 miliardi di euro, un fatturato pari al 4,3% del Pil, superiore all’intero settore della moda made in Italy. È quanto si legge nella ricerca appena presentata a Milano ‘Il valore economico del terzo settore in Italia’, realizzata da UniCredit Foundation e dall’istituto di ricerca Ipsos, intervistando 2.104 organizzazioni del settore non profit. L’indagine stima in oltre 650mila il numero di persone impiegate nel terzo settore, con un incremento nel decennio di circa il 35%. Un altro dato significativo e’ la tenuta delle entrate anche nel periodo di crisi 2008-2011, soprattutto grazie al contributo dei privati.

UN PAESE PER VOLONTARI. «Dato che il personale volontario costituisce oltre il 90% del totale delle risorse umane impiegate nel settore non profit», si legge nel documento, «sono di cruciale rilevanza la comprensione e la quantificazione del tempo dedicato al volontariato e dell’impatto economico che esso ha sul settore».

QUANTO VALE IL NON PROFIT. «In termini generali, considerando un valore medio di entrate pari a 286.000 euro e un numero di istituzioni non profit pari a 235.232, possiamo dunque stimare l’impatto economico del settore in termini di entrate pari a 67,276 miliardi di euro, pari al 4,3% del PIL53. Giusto per avere un termine di paragone: nel censimento Istat 2001 sulle istituzioni non profit (dati 1999) le entrate rilevate erano pari a 37,762 miliardi di euro pari al 3,3% del PIL54».

E LO STATO? Il Terzo Settore accusa in particolar modo i tagli al bilancio pubblico che si traducono in minori convenzioni con le amministrazioni locali e centrali, e minori sovvenzioni a fondo perduto. «In termini netti, le prime hanno subito una variazione in negativo del 4,2%, mentre le seconde addirittura del 9,7%. Spiccano invece in positivo le donazioni (+6,8%) e l’autofinanziamento (+6,4%)». 

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