Province in Sicilia: Crocetta prova a smantellarle con un risparmio di quasi 800 milioni di euro

Province siciliane: Rosario Crocetta prova a eliminarle. Con una mossa a sorpresa il presidente della regione Sicilia porta in giunta la sua decisione di cancellare le nove province siciliane, anticipando così un disegno di legge nazionale che finora si è sempre arenato per le resistenze dei partiti e delle lobby del notabilato politico locale. Crocetta […]

Province siciliane: Rosario Crocetta prova a eliminarle. Con una mossa a sorpresa il presidente della regione Sicilia porta in giunta la sua decisione di cancellare le nove province siciliane, anticipando così un disegno di legge nazionale che finora si è sempre arenato per le resistenze dei partiti e delle lobby del notabilato politico locale. Crocetta ha già avuto il via libera dal Movimento Cinque Stelle, mentre alcuni dubbi arrivano dall’Udc: ma la linea del presidente siciliano sarà un banco di prova per il partito di Casini che nel suo programma nazionale ha, come punto qualificante di risparmio sui costi della politica, proprio l’abolizione delle province.

LEGGI ANCHE: Enti inutili, il governo ha perso la battaglia

Quanto vale il taglio di Crocetta? Almeno 700 milioni di euro, in partenza, che rappresentano i costi per tenere in piedi le nove amministrazioni intermedie. Con ben 350 fortunati che incassano stipendi, gettoni a prebende, a partire dal presidente della provincia di Palermo premiato con uno stipendio mensile netto di 8.459 euro. Ma l’eliminazione delle province aprirebbe un varco per risparmiare anche sulle spese delle ben 216 società pubbliche partecipate dalle amministrazioni provinciali (altri 53 milioni di risparmi) e sugli oltre 300 incarichi di consulenza distribuiti dalle amministrazioni provinciali. Infine, i siciliani potrebbero incassare un taglio immediato delle tasse regionali in seguito alla cancellazione delle province. Attualmente queste amministrazioni costano 60 euro a cittadino e, una volta smantellate, i soldi tornerebbero nelle tasche dei contribuenti. Avanti Crocetta, e speriamo che le sue non siano solo buone intenzioni.

Torna in alto