Poveri truffati per finti sussidi

Se Robin Hood rubava ai ricchi per dare ai poveri, loro fanno l’esatto contrario. In quella parte di mondo alla rovescia che si può trovare anche a Napoli succede pure questo: che i poveri rubino ai più poveri, e che non si tratti di finzioni divertenti come certe scene de «Il mattatore» o di «Totò […]

Se Robin Hood rubava ai ricchi per dare ai poveri, loro fanno l’esatto contrario. In quella parte di mondo alla rovescia che si può trovare anche a Napoli succede pure questo: che i poveri rubino ai più poveri, e che non si tratti di finzioni divertenti come certe scene de «Il mattatore» o di «Totò truffa», ma di fatti veri che vedono protagonisti autentici delinquenti, gente senza un briciolo di umanità.

È l’ultima truffa messa a segno nel capoluogo campano: quella per ottenere l’una tantum prevista dalla legge in favore delle fasce sociali più deboli; un contributo di 400 euro erogato dal Comune di Napoli con finanziamenti garantiti dal fondo nazionale per le Politiche della famiglia. Soldi veri che vorrebbero garantire una boccata d’ossigeno a chi patisce per le proprie non floride condizioni economiche i morsi di una crisi che non accenna a mollare la presa.

Ma ricostruiamo i fatti. Il bando comunale viene reso pubblico a fine dicembre 2010, e – com’è ovvio – subito attira l’attenzione di tantissima gente, suscitando in loro l’aspettativa di un finanziamento. Il guaio è che si mettono in moto immediatamente anche i truffatori: i quali intuiscono di avere tra le mani un’occasione irripetibile. E la sfruttano. Stampano, tanto per cominciare, false schede per poter partecipare al bando. I fogli appaiono perfettamente contraffatti, e riuscirebbero a trarre in inganno persino gli impiegati del Comune di Napoli addetti alla raccolta e all’esame dei requisiti, se non fosse per un piccolissimo dettaglio: rispetto ai moduli scaricabili dal sito di Palazzo San Giacomo, il falso documento messo in circolazione contiene – tra i requisiti richiesti – alcune voci diverse (per esempio, tra le condizioni di accessibilità vi sono un titolo di studio, l’aver preso parte a dei corsi di formazione, il rientrare in categorie assimilabili a soggetti che soffrono o hanno sofferto di tossicodipendenze).

Fatto il modulo falso, è scattato l’inganno. E nei quartieri di Napoli – soprattutto in quelli più popolari – gruppi di malfattori hanno iniziato a girare con i moduli in mano, convincendo centinaia di persone sulla utilità della sottoscrizione. Per ogni modulo compilato i truffatori pretendono dai 30 ai 50 euro. Inutile dire che al Comune quelle richieste non arriveranno mai, e se pure arriveranno verranno dichiarate irricevibili perché si tratta di moduli non autentici, anzi volutamente errati.

Altro che benefattori. È la truffa più odiosa, perché perpetrata ai danni di soggetti deboli e indigenti. Nella rete sarebbero già cadute diverse centinaia di persone. Il fenomeno non è sfuggito ai carabinieri del comando provinciale di Napoli, i quali si stanno muovendo per ricostruire i contorni del fenomeno e, soprattutto, gli autori di un raggiro tanto odioso. E che la truffa abbia cominciato ad assumere contorni ampi lo si comprende anche dal fatto che gli stessi uffici del Comune di Napoli hanno deciso di non accogliere più – come invece accadeva fino a qualche settimana fa – le richieste compilate con i moduli scaricati dal sito web del Comune. Una circolare dirigenziale impone adesso che le domande debbano essere consegnate a mano agli impiegati degli uffici preposti.

Ma chi si nasconde dietro questa truffa? Singoli soggetti, abili nella contraffazione di documenti, oppure una vera e propria organizzazione? È ancora presto per rispondere a questo interrogativo. Ma da oggi questo manipolo di delinquenti potrebbe avere le ore contate.

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