Pitti Uomo: la moda sfida la crisi con qualità e sostenibilità

Un po’ dandy e un po’ David Bowie, casualwear ma con un tocco di eleganza, ribelle e urban-chic, viaggiatore con il culto del dettaglio di classe. Questo l’uomo dell’ottantunesima edizione di Pitti Immagine, tempio della moda Made in Italy che chiuderà oggi a Firenze. Tornano i capi classici ed eleganti, dalle linee più stretch e […]

Un po’ dandy e un po’ David Bowie, casualwear ma con un tocco di eleganza, ribelle e urban-chic, viaggiatore con il culto del dettaglio di classe. Questo l’uomo dell’ottantunesima edizione di Pitti Immagine, tempio della moda Made in Italy che chiuderà oggi a Firenze.

Tornano i capi classici ed eleganti, dalle linee più stretch e definite, tipici del fascino della tradizione sartoriale. L’uomo della prossima stagione punta su abiti minimal ed eleganti con un ritorno al lusso di dettagli ricercati e raffinati, resi unici dalla lavorazione artigianale. I piumini effetto cocoon della passata stagione vengono sostituiti dai “vecchi” loden e montgomery, il mocassino e il blazer riscoprono l’abbinamento con il denim. In primo piano giacche dalle linee più aderenti e meno bombate in cui le tasche diventano protagoniste. Nasce la moda della tecnologia da taschino, tratto distintivo del nuovo uomo metropolitan chic che porta sempre con sé i-Phone, tablet o Geneva XS, il più piccolo impianto hi-fi portatile, per essere sempre al passo con i tempi.

Dalla Londra degli anni’30 alla New York dello Studio 54, i grandi stilisti rendono omaggio agli anni iconici del passato con materiali innovativi e pregiati. In tempi di crisi la qualità torna infatti ad essere protagonista diventando fattore discriminante per la scelta di un capo che deve essere, in primis, duraturo anche se ad un prezzo più elevato. Il guardaroba maschile, a differenza di quello femminile che ha una visione della moda più stagionale, punta su abiti e accessori che dureranno nel tempo, che dovranno essere resistenti e dalle linee classiche, per non passare di moda.

Il ritorno a stili più sobri e minimalisti coincide anche con una sorta di green fashion: oggi essere eco friendly non è più soltanto una tendenza, ma diventa una vera e propria filosofia di vita per molte maison che fanno dell’attenzione all’ambiente un segno distintivo. Le proposte sono tante, a cominciare dal materiale più gettonato, il denim. Sostenibilità è ad esempio il leitmotiv della linea Tru-Blu di Pepe Jeans London che, per ottenere l’effetto “usato”, non si avvale di componenti chimici ma ricorre a trattamenti all’ozono del tutto naturali combinati a sofisticati laser tridimensionali. Inoltre, grazie all’impiego di tecnologie d’avanguardia, viene ridotto sensibilmente l’impiego dell’acqua nelle fasi di lavaggio del jeans.

Anche Re-Hash, per realizzare la linea Organic Denim, ha impiegato solo cotone biologico e materie prime lavorate con processi a ridotto impatto ambientale. Roy Roger’s, la prima azienda di denim italiana, ha inaugurato, in concomitanza con il Pitti, la nuova sede di Campi Bisenzio: una superficie di 7.500 metri quadrati rivestiti di cristallo, acciaio e resine funzionali al risparmio energetico.

Dal jeans alla giacca con le proposte di Brogden (marchio toscano che rievoca il fascino tipico delle atmosfere dello Yorkshire), che valorizza i propri capi lavorandoli artigianalmente e impiegando cere vegetali per tingere le pelli. Naturale anche il lattice del battistrada degli scarponcini da montagna di b, interamente cuciti a mano. Lo stesso Valentino, guru indiscusso dell’haute couture, propone capi minimal e animal friendly, rinunciando all’impiego di visone e coccodrillo.

L’attenzione alle tematiche ambientali non viene soltanto dai brand affermati ,ma anche dai giovani stilisti di My Factory, piattaforma nata per scoprire i talenti emergenti, considerata tra i più vivaci laboratori creativi del segmento urban e sportswear. Heidi Ritsch, designer, trasforma i vecchi copertoni delle biciclette, dopo averli trattati e ripuliti, in cinture. I materiali utilizzati sono riciclati al 100% e totalmente eco compatibili. Baruc Corazon non si limita agli accessori ma realizza un’intera linea di abbigliamento, dal pantalone alla giacca, dalla camicia al gilet, ottenuta da materiali naturali in grado di dare vita a tessuti quasi indistruttibili. Nella sezione dedicata ai Pop Up Stores, si distingue invece il marchio spagnolo La Portegna che, per la propria linea di borse e travel accessories – tutti in materiali ecologici, come ad esempio la pelle vegetale – trae ispirazione dai viaggi esotici e dal look d’antan degli esploratori. E ancora Campomaggi, con le sue borse uniche ottenute grazie ad un particolare procedimento di lavorazione che consiste nell’utilizzare un ricercato pellame (vacchetta naturale) lavato successivamente in bottali con bagni di tintura vegetale, senza aggiunta di cromo.

Messaggio ecosostenibile anche per Naked Ape, brand specializzato in abbigliamento eco friendly, che cerca di ribaltare e superare il modello secondo il quale uomo e industria debbano per forza sfruttare il pianeta. Il marchio punta infatti su cotone organico, eco-merino, lana organica e tecniche di lavorazione naturali a basso impatto ambientale. Per sensibilizzare l’opinione pubblica inoltre, in occasione del Pitti, Naked Ape ha allestito uno showroom con campioni dei propri prodotti e una mostra fotografica per la campagna “Tu fai una foto per naked Ape e Naked Ape adotta un albero per te”. Ogni persona potrà farsi fotografare indossando una maschera antigas, icona del brand, e per ogni foto Naked Ape verserà una quota per la piantumazione in zone di ripascimento boschivo.

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