Pendolari, aumentano i viaggiatori in treno. E li premiano così: meno servizi e più costi

In un anno gli italiani che scelgono il treno per andare sul posto di lavoro sono cresciuti di 11mila unità al giorno. Ma negli ultimi 15 anni sono stati tagliati 1.300 chilometri di linee ferroviarie. E altri tagli sono stati fatti sui treni Intercity e regionali.

INGIUSTIZIA TRENI LOCALI -

C’è un pezzo di italiani che non conosce pausa demografica: continuano a crescere, ogni giorno. Ma continuano anche a essere maltrattati e ignorati, con sprechi enormi su tutto il territorio nazionale. Stiamo parlando dei pendolari che ormai si avvicinano alla cifra record dei 3 milioni e sono aumentati del 7 per cento negli ultimi dieci anni. Sempre più persone gradiscono la mobilità ferroviaria, in alternativa all’uso (talvolta troppo costoso) dell’auto privata.

DISAGI DEI PENDOLARI

Ma, e qui siamo nel classico mondo dei paradossi all’italiana, mentre sale una domanda sana di trasporto pubblico, diminuisce, come se ci fosse un virus, un’offerta di mezzi, di servizi e di linee. Guardiamo solo qualche numero per dare un’idea di questa disastrosa e sprecona retromarcia: negli ultimi dieci anni le risorse statali per finanziare il trasporto pubblico sono state tagliate del 21,5 per cento. I servizi, mediamente, del 15 per cento. Sono spariti 1.300 chilometri di linea ferroviaria e il prezzo dei biglietti per i pendolari è schizzato tra il 30 e il 48 per cento.

Mentre a parole tutti dicono di volere investire su questa forma di mobilità sostenibile, nei fatti poi si continuano a tagliare linee considerate poco redditizie (negli stessi 15 anni l’offerta dell’Alta Velocità è cresciuta del 435 per cento), sprecando così sia una leva di modernizzazione e di sani investimenti per il sistema Paese sia una possibilità di cambiamento radicale nella mobilità.

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LINEE FERROVIARIE PEGGIORI D’ITALIA

Le linee considerate da incubo per i pendolari italiani non risparmiamo alcuna regione. Dal Piemonte (Settimio Torinese- Ponte Canavese) alla Liguria (Genova-Savona), passando per il Veneto (Verona-Rovigo) e scendendo fino a LazioCampania e Sicilia. Con i viaggi infernali in Circumvesuviana e sulla linea Agrigento-Palermo.

Le stangate e i disservizi sulla pelle dei pendolari non riguardano, come pure si potrebbe pensare, solo le linee delle regioni meridionali. Certo: è impossibile trovare al Nord casi limite come l’azzeramento di qualsiasi collegamento ferroviario tra Campobasso e il mare ( non a caso il taglio de servizi ferroviari nel Molise ha superato il 30 per cento). Ma nella ricca Lombardia, dove ci si riempie sempre la bocca dicendo di essere in Europa e non in Italia, un pendolare che deve spostarsi tra due comuni brianzoli, è costretto a salire e scendere su tre treni. Con un tempo di viaggio non inferiore ai 95 minuti. Sempre qui, in Lombardia, il 53 per cento delle linee è a binario unico, molte non solo elettrificate e le motrici viaggiano con il diesel come carburante.

PROBLEMI TRENI

Per non parlare dell’età media dei treni e in generale del materiale rotabile. Il 41,8 per cento dei treni italiani ha più di 15 anni di vita. Si continuano a ordinare super treni per la linea dell’Alta Velocità, cosa anche comprensibile considerando l’aumento della domanda, ma intanto si chiudono i rubinetti per i treni del pendolari che diventano sempre più obsoleti. 

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PROBLEMI FERROVIE REGIONALI

Dovremmo, tutti, ribellarci all’idea di vivere in un Paese dove chi va al lavoro, chi va a studiare, chi va a trovare un parente malato, con il ritmo di un pendolare, è condannato alla condizione di iscriversi in una classe sociale inferiore, in un girone infernale di svantaggiati.

Per esempio: chi viaggia su treni, quelli delle linee locali date in concessione, che hanno un sistema di sicurezza decisamente inferiore ai treni, e chi invece è coccolato sulla rete dell’Alta Velocità, delle linee delle Ferrovie dello Stato. Serie A e serie B. I controlli per la serie A sono rigorosissimi, severi e secondo i migliori standard internazionali; quelli per la serie B sono lasciati al buon cuore di singoli soggetti, e non hanno il sigillo di garanzia dello Stato. La tecnologia  nel caso dei viaggi dei pendolari è trascurata e obsoleta, nelle linee ricche per i volumi di traffico e di biglietti, anche le ferrovie italiane sono aggiornatissime sul piano tecnologico. Serie A e serie B. Nei vagoni dei pendolari, a differenza di quelli dei signori, si viaggia in piedi, con la certezza quasi matematica di un ritardo e di mille scomodità, spesso senza aria condizionata e senza il personale che ti aggiorna sulle condizioni del viaggio. Serie A e serie B.

(Credits immagine di copertina: Polonio Video / Shutterstock.com)

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