Taxi sharing, a Palermo le corse da e per l’aeroporto costano l’80 per cento in meno

Invece di 40-45 euro, se ne pano solo sette. Tutti ne hanno un vantaggio: dai turisti e dai clienti che spendono meno soldi, ai cittadini che usano meno l’auto, ai tassisti che fanno più corse. Ecco la vera economia della condivisione

COME FUNZIONA IL TAXI SHARING

TAXI SHARING PALERMO –

Arrivando all’aeroporto di Palermo si fa una bella scoperta, in pochi minuti: tutte le potenzialità e le qualità del taxi sharing. Tutti i vantaggi, concreti e non teorici, dell’economia della condivisione, non quella delle grandi piattaforme straniere come Airbnb  e Blablacar, ma di un vero made in Italy, che nasce dal basso e non da manovre finanziarie. E riesce, allo stesso tempo, a ridurre gli sprechi ed i costi per i consumatori, aumentando qualità dei servizi e creando nuove opportunità di lavoro e di ricchezza sul territorio. Per tutti.

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TAXI CONDIVISO PALERMO –

Dunque, Palermo non è Milano, e i tassisti, che pure talvolta sono piuttosto prepotenti, non se la passano bene. Peggio ancora ci vanno i turisti e i consumatori del servizio, per cui una normale corsa da e per l’aeroporto costa di solito tra i 40 e i 45 euro. Una tombola, se ci pensate bene. E anche uno spreco se il cliente è solo o magari accompagnato da un’altra persona.

Invece, all’uscita dell’aeroporto di Palermo adesso ci sono delle giovani ragazze che vi invitano a prendere un taxi condiviso, per andare in diversi punti del centro e secondo le vostre esigenze, con la modica spesa di 7 euro. Un bel risparmio, non vi pare?

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Il servizio è molto veloce. La domanda è forte, e quindi non c’è particolare attesa: appena il taxi è pieno, si parte. E si arriva a destinazione come in una qualsiasi corsa normale da 40-45 euro. Lo stesso meccanismo viene applicato per andare all’aeroporto, e in questo caso è il servizio locale di Radio Taxi che organizza gli spostamenti.

Proviamo adesso a tradurre la storia con i vari vantaggi che comporta. Il primo a guadagnarci dall’economia della condivisione in versione made in Italy, è il cliente-consumatore. Risparmia circa l’80 per cento della spesa: un record. Tra l’altro, se si tratta di un viaggiatore abituale, il risparmio diventa enorme, in quanto si moltiplica per il numero dei viaggi.

I secondi a guadagnarci da questa forma di condivisione sono gli stessi tassisti. Il loro futuro, specie in luoghi che non hanno i movimenti delle grandi metropoli, si gioca su questo paradigma: più corse, a minore prezzo. E il taxi sharing di Palermo è perfettamente coerente con il paradigma. In fondo, il tassista incassa la stessa cifra che avrebbe portato a casa con una corsa singola, ma non sta per ore fermo in fila agli Arrivi aspettando un cliente.

COME FUNZIONA IL TAXI SHARING –

A guadagnarci, infine, sono tutti coloro che si muovono all’interno del sistema dell’accoglienza (dal turismo ai viaggi di lavoro fino alla normale Mobilità). Una città che offre un servizio del genere diventa per definizione più attraente, il visitatore ne trae un’impressione confortante e favorevole, ed è portato a tornarci. Mentre il perimetro dell’attività dei tassisti si può perfino allargare, creando nuovi posti di lavoro, specie per i giovani, e nuove opportunità di attività economiche. Infine, tutte le polemiche su Uber e sulla concorrenza del servizio taxi evaporano in un colpo solo: sotto il segno della lotta agli sprechi, del risparmio, dei nuovi stili di vita (il taxi sharing scoraggia l’uso compulsivo dell’auto), dell’autentica condivisione.

La foto di copertina è tratta dalla pagina Facebook di Taxi Sharing Palermo

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