Italia senza manutenzione: il 60 per cento dei vecchi edifici è a forte rischio

Interi comuni a rischio idrogeologico. Scuole che cadono a pezzi. Tubature dell’acqua colabrodo. Il racconto di un Paese nel fango, dove la parola manutenzione è stata cancellata. Da tutti.

Manutenzione e cura del territorio in Italia

MANUTENZIONE E CURA DEL TERRITORIO IN ITALIA –

Il 60 per cento dei vecchi edifici in Italia è a forte rischio: nonostante i tanti terremoti che, nel corso degli anni, hanno devastato il nostro Paese portando con sé morte e distruzione, non è mai stato messo in atto un vero e proprio piano di prevenzione sismica. Lo Stato, a partire dagli anni Sessanta fino ad oggi, ha investito 150 miliardi di euro per la ricostruzione dopo i terremoti ma solo un miliardo è stato stanziato per interventi di prevenzione e solo dopo il tremendo sisma del 2009 che ha devastato L’Aquila.

Viviamo in un Paese dove la parola manutenzione è stata cancellata. Dallo Stato, dalle amministrazioni locali, dagli organismi di controllo del territorio. L’81 per cento dei comuni sono a rischio idrogeologico, definizione che evochiamo con le solite grida manzoniane ogni volta che si verifica un disastro naturale. Circa 24mila scuole del Paese sono a rischio sismico. L’acqua che scorre nelle tubature, il famoso “bene comune”, nelle regioni meridionali viene sprecata quasi per la metà per l’obsolescenza di reti-colabordo.

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MANUTENZIONE IDROGEOLOGICA E ANTISISMICA DEL TERRITORIO –

Sappiamo bene che il nostro è un Paese fragile, ad elevato rischio sismico e geologico, in cui le case sono costruite senza criteri antisismici e a volte abusivamente in luoghi anche pericolosi. È necessario prevedere il prima possibile un piano di prevenzione del nostro territorio con interventi adeguati sia per il rischio idrogeologico che per quello sismico. Un piano di investimenti e una continua attività ordinaria e straordinaria sul territorio, da Nord a Sud, per prevenire e fare in modo che terremoti come questo che ha sconvolto l’Italia centrale non porti più morte e distruzione.

Servono tanti soldi, è vero, però prevenire è anche un modo per risparmiare. Quanto servirà per far rinascere dalle macerie Amatrice o Pescara del Tronto? Tanti, tantissimi soldi. E chissà poi se questi bellissimi borghi torneranno mai più a rivivere come prima.

I disastri causati da frane, alluvioni, terremoti e altre calamità naturali ci costano molto di più rispetto agli investimenti per un’adeguata manutenzione e messa in sicurezza del territorio. Senza contare che la prevenzione è anche un modo per creare occupazione.

Non possiamo prevenire i terremoti ma possiamo almeno limitarne i danni proprio attraverso una politica di prevenzione che preveda investimenti di riqualificazione e norme molto chiare per costruzioni e controlli. Allo stato attuale, in Italia, non è obbligatorio l’adeguamento sismico degli edifici esistenti, un obbligo che sorge invece in caso di interventi di ristrutturazione rilevante e nuove costruzioni.

E se le nuove costruzioni risultano più sicure, l’enorme patrimonio edilizio del nostro Paese, soprattutto per quanto riguarda le costruzioni realizzate prima del 1981, anno in cui venne introdotto l’obbligo del rispetto di alcune norme antisismiche dopo il terremoto che devastò l’Irpinia, non lo è affatto. La maggior parte delle strutture collocate nelle zone ad alto rischio, potrebbe non reggere un terremoto devastante come questo.

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ABUSIVISMO EDILIZIO IN ITALIA –

E non dimentichiamo l’abusivismo edilizio, piccolo e grande, che nel frattempo ha dilagato, con responsabilità che chiamano in causa anche il senso civico dei cittadini. In Italia consumiamo, o meglio divoriamo 8 metri quadrati di territorio al secondo. Un ritmo impressionante, insostenibile, ma sappiamo che l’uso improprio del territorio è una filiera di interessi e di consensi (avete presente la popolarità che regala un condono edilizio?). Dunque, la prevenzione in Italia, anche per le fragili caratteristiche del nostro territorio, è davvero un’opera ciclopica è qualcosa di cui abbiamo bisogno subito, per evitare che sia di nuovo troppo tardi.

Nelle immagini, le macerie di Amatrice causate dal terribile terremoto del 24 agosto 2016.

Credits: Antonio Nardelli / Shutterstock.com

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