Maltrattati nelle sagre: “Ministro tuteli gli animali”

Asini e maiali, mucche ed oche, ma anche serpenti oppure rane. E soprattutto, cavalli. Sono i protagonisti di palii, tenzoni, gare di abilità e fiere secolari nell’Italia degli 8 mila campanili, quella che non rinuncia alle tradizioni anche quando queste mettono seriamente a repentaglio la vita degli animali al centro di simili manifestazioni. Non solo […]

Asini e maiali, mucche ed oche, ma anche serpenti oppure rane. E soprattutto, cavalli. Sono i protagonisti di palii, tenzoni, gare di abilità e fiere secolari nell’Italia degli 8 mila campanili, quella che non rinuncia alle tradizioni anche quando queste mettono seriamente a repentaglio la vita degli animali al centro di simili manifestazioni. Non solo strali contro il Palio di Siena dunque: a distanza di pochi giorni dall’ultimo incidente che ha mosso a critiche dure lo stesso ministro Brambilla, gli animalisti se la prendono ora – preventivamente – con tutte le sagre che fanno uso (cattivo) di animali.

ESTATE DA BESTIE – Triste spettacolo soprattutto d’estate, quando il calendario di eventi si arricchisce a dismisura per offrire insolite scene agli occhi dei turisti. Riti di matrice pagana, religiosa, o puramente ludici: talvolta crudeli – «con maltrattamenti che rasentano la tortura», altri forse più innocenti, ma che vedono sempre gli animali offerti al pubblico ludibrio, spesso senza un veterinario accanto, in condizioni al limite della sopravvivenza. A censire il fenomeno, denunciando i casi più estremi, è impegnato da sempre l’Ente nazionale per la protezione degli animali, consapevole di trovarsi di fronte ad un mare magnum di iniziative, alcune consolidate e regolari, altre estemporanee, sospese per qualche tempo e poi riproposte.

MATTANZA DI CAVALLI – A riportare l’attenzione verso il fenomeno è stato l’ultimo incidente al palio di Siena – una cinquantina i cavalli morti dal 1970 ad oggi – che sull’onda emotiva ha suscitato il prevedibile radicalizzarsi di posizioni. Ma le cronache non smettono di raccontare vicende analoghe. Come quella del palio di Ronciglione, nel viterbese, dove a marzo 2011 un cavallo si è trafitto con una transenna. Dopo gli esposti sono stati indagati gli organizzatori, ed il ministero della Salute ha annunciato di volersi costituire parte civile. Basterà?
Il bollettino riportato dall’Enpa è assai drammatico. «Al palio di Ferrara solo nel 2006 muoiono due cavalli e uno rimane ferito, al palio di Asti muoiono dieci cavalli dal 2003, al palio di Savigno (Bologna) nel maggio 2010 si assiste alla morte di un cavallo. A Buti (Pisa) nel 2004 muore un cavallo e ne rimane ferito un altro e nel 2007 si registra la morte del cavallo Guffanti della Pievania e del ferimento di un altro». Prosegue il resoconto: «Durante il Palio di Belpasso (Catania) nel settembre 2006 un cavallo si è schiantato contro un’automobile pochi metri dopo la linea d’arrivo ed è caduto a terra morente, causando anche il ferimento di alcuni spettatori travolti. Si scoprì successivamente che il cavallo era stato anche dopato».

PORCI E MUCCHE DA COMPETIZIONE – Non sarà difficile, nelle settimane a venire sino all’autunno, imbattersi in fiere locali dove le bestie, con o senza cavalieri, si fronteggiano in maniera assurda quando non crudele. E’ attesa per il 26 luglio a Bassiano, 1600 anime in provincia di Latina, la tradizionale corsa dei porci in occasione della sagra del prosciutto. I maiali vengono legati alla zampa posteriore con una corda e incitati, strattonati, trascinati con forza per correre più veloci. La denuncia di un gruppo animalista pare aver convinto il Comune a rivedere il regolamento. Ben diverso è quanto accade in Val D’Aosta, tra primavera e autunno: è la «Bataille des Reines» – ultima edizione lo scorso 7 maggio a Villeneuve – , un vero e proprio campionato regionale (niente a che vedere con le corride, però) che prevede secondo l’Enpa «atroci combattimenti tra mucche rigorosamente gravide» e che si conclude con una vera e propria finalissima.

VOLATILI SACRIFICATI – Ad ottobre il palio dei Paperi di Balcovenisi a San Miniato ( Pisa) è forse la più innocua delle feste in cui i volatili sono protagonisti quando in altre – manco a dirlo – ci rimettono sul serio le penne. E’ il caso del macabro rito di iniziazione che si svolge a Stigliano. Ridotto alla semi clandestinità, prevede che i neo diciottenni del paesino veneto tentino di staccare il collo di un oca morta e appesa ad una impalcatura. La sua origine medievale configurava l’animale come un prezioso dono del signore locale a chi sapeva conquistarsela con l’abilità. E poi naturalmente se ne cibava insieme alla famiglia.
Lo stesso pennuto è protagonista, stavolta in Sicilia, di un altro triste spettacolo. Ad agosto, durante il palio di Butera (Caltanissetta), la folla cerca di conquistare il collo dell’oca appesa ad una corda e grondante di sangue. Da Sud a Nord per il piemontese Palio delle Oche di Castellazzo Bormida (Alessandria): un’analoga corsa di pennuti si teneva in passato anche a Mortara, con gli animali in gara per difendere i colori delle contrade.

SERPENTI CATTURATI E RANE – Arruolati senza nessun compenso troviamo anche anfibi e rettili. A Paganico (Grosseto), si tiene anche quest’anno il palio della Granocchia, che consiste in una vera e propria gara di corsa. Le rane vengono sistemate a gruppi di tre su alcune carriole di legno che vengono spinte dai partecipanti: non è raro che qualcuna di esse rimanga schiacciata.
Suggestiva la festa dei Serpari, celebrata a maggio a Cocullo (l’Aquila). Nei giorni precedenti la manifestazione, i rettili vengono catturati per essere offerti al santo patrono, San Domenico, nel corso della processione a lui dedicata. Si tratta di serpi innocue, ma nella celebrazione di quest’anno, un simpatico buontempone ha pensato di presentarsi in piazza con un pitone. E’ stato denunciato dalla guardia forestale.

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