Come osservare la migrazione degli uccelli

Le rondini seguono la rotta tirrenica e raggiungono i paesi dell’Africa. I fringuelli dall’Europa centrale passano alle coste di Spagna e Francia. Le cicogne attraversano lo stretto del Bosforo. Il pettirosso punta al Maghreb

migrazioni uccelli

Cercano cibo, temperature più idonee alle loro caratteristiche, e hanno bisogno di nidificare. Sono questi i motivi fondamentali per i quali gli uccelli ci regalano la magia della migrazione, da non sprecare con il nostro sguardo. Di solito viaggiano a 600 metri di altezza, ma possono arrivare fino a 8mila metri, incrociando gli aerei di linea. La velocità media è attorno agli 80 chilometri all’ora e in un giorno gli uccelli migratori riescono a fare anche 3mila chilometri di percorso.

MIGRAZIONI UCCELLI

La migrazione degli uccelli è uno degli spettacoli più affascinanti ed emozionanti per chi ama davvero la natura. In teoria, le stagioni del fenomeno sono due, primavera e autunno; in realtà il movimento migratorio degli uccelli è perenne e dura 365 giorni l’anno. Il periodo effettivo di migrazione dipende da diversi fattori, come la specie, la distanza di migrazione, la velocità di spostamento, il tragitto da compiere, i cambiamenti climatici e la disponibilità di cibo.

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QUANDO MIGRANO GLI UCCELLI?

La migrazione degli uccelli, come abbiamo detto, in realtà dura tutto l’anno. Non ha pause. E dipende da una serie di fattori, che vanno dalla velocità dell’uccello al percorso da fare, fino ai mutamenti climatici. I periodi nei quali però la migrazione degli uccelli è più intensa, frequente e facile da osservare sono la primavera e l’autunno. Purtroppo, il pericolo maggiore di questa perenne migrazione resta il bracconaggio: ogni anno 25 milioni di uccelli, secondo i dati forniti dalla Lipu, vengono uccisi dai bracconieri lungo la rotta del mediterraneo.

COME SEGUIRE LA MIGRAZIONE DEGLI UCCELLI

Per seguire la migrazione, ed avere le stesse emozioni dei birdwatcher, è fondamentale conoscere alcune cose sulle migrazioni. Al momento di spostarsi gli uccelli sono parecchio ingrassati e potreste anche fare fatica a riconoscerli. Il motivo è ovvio: la natura li fornisce di una scorta, accumulata nel corpo, per reggere lo sforzo del lungo spostamento. Lungo sì, ma quanto? Dipende. Si va da una settimana a periodi molto più lunghi, anche quattro mesi. E non tutti gli uccelli migrano alle stesse ore, una diversità che rende lo spettacolo visibile 24 ore su 24. I falchi e le rondini, per esempio, migrano di giorno, mentre le allodole si spostano di notte.

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10 UCCELLI MIGRATORI

Ma da dove vengono e dove vanno i più importanti uccelli? Ne abbiamo selezionato dieci, e per ciascuno abbiamo individuato l’intera rotta, che potete seguire con il vostro binocolo.

  • RONDINI

Sono tra gli uccelli più diffusi in Italia e si possono vedere quasi ovunque. La rotta di migrazione è quella classica, la tirrenica, che da regioni del Nord attraversa la Toscana, il Lazio e la Campania. E poi scende verso le nazioni del Sud, dalla Nigeria alla Repubblica Centroafricana, fino alle savane del Sahel. Qui le rondini svernano, per poi riprendere la rotta di andata e tornare dalle nostre parti in primavera.

  • FRINGUELLI

La loro è una rotta costiera. Ne abbiamo molti anche in Italia, ma si concentrano nell’Europa centrale. Da qui, in autunno, migrano verso le coste più calde della Spagna e della Francia, attraversando anche la nostra pianura Padana. Sono uccelli solidi e resistenti, anche se appaiono piccini, e per questo non hanno bisogno di andare troppo lontano per trascorrere l’inverno.

  • FALCHI

Sono una specie protetta e migratrice di uccelli rapaci, presente in Europa solamente in estate. Nel corso degli anni, le specie più osservate sono state il Nibbio bruno, il Falco di palude e il Falco pecchiaiolo, che con oltre 200.000 individui, è la specie più numerosa durante la migrazione pre-nuziale lungo le isole del canale di Sicilia.

  • BALIE NERE

Sono presenti in Italia di passaggio e occasionalmente nidificano nelle regioni settentrionali. L’habitat è costituito dai boschi sia di latifoglie sia di conifere con abbondante sottobosco, oltre che da parchi e giardini. Durante la migrazione frequentano anche uliveti, pioppeti e margini alberati delle zone umide.

  • CICOGNE

In Europa si contano 220 mila coppie, mentre in Italia, dove negli anni Ottanta sono tornate a nidificare dopo una lunga assenza, la specie ha ormai superato le 200 coppie. La cicogna bianca trascorre l’inverno nell’Africa tropicale, migra in primavera lungo gli stretti del Bosforo e di Gibilterra, nonché con numeri inferiori ma pur sempre significativi lungo lo stretto di Messina e nidifica in Europa, soprattutto nelle regioni dell’Est.

  • PETTIROSSO

Appartiene a una specie di foresta che nidifica nei nostri boschi in Piemonte e in Sardegna. Con l’arrivo del freddo il pettirosso esce dal fitto della foresta, dove ha allevato i suoi piccoli, per spingersi nelle campagne, negli orti, nei frutteti, negli uliveti e nei parchi. In questo periodo diventa visibile e anche più confidente nei confronti dell’uomo tanto da avvicinarsi a pochi metri da lui, seguendolo passo passo quando prepara la terra e porta alla luce vermi e altri insetti di cui il pettirosso è notoriamente ghiotto.

  • BALESTRUCCIO

Appartiene alla stessa famiglia della rondine, il piumaggio è bianco e nero e si differenzia per la coda corta. Si riproduce in tutta Europa, in buona parte dell’Asia e del Maghreb. In questi territori questi uccelli migratori vi restano da aprile fino a settembre. I balestrucci europei svernano in Africa, nel Sud-est asiatico e, in piccola parte, sulla penisola arabica in riva al mar Rosso.

  • CORMORANO

È una specie gregaria e “cosmopolita” che abita praticamente tutti i continenti (Europa, Asia, Africa, Oceania). Molti individui passano l’inverno in Italia per poi migrare verso l’emisfero sud in primavera e riprodursi o verso i paesi scandinavi e del centro Europa. Altri cormorani sono stanziali e si riproducono in zone favorevoli, come il Delta del Po e la Sardegna. Infine, un gruppo notevole vola di passaggio lungo la penisola nel corso della migrazione dell’Europa continentale, a marzo ed ottobre.

  • ANATRA

Arriva dal nord in autunno e si prepara a partire dopo aver svernato nelle zone umide più accoglienti e miti del nostro Paese, ovvero nelle valli più tranquille del Delta del Po, ma anche negli stagni attorno a Cagliari. In inverno si possono vedere grandi assembramenti di anatre: una piccola quantità rimane in Italia per nidificare nella buona stagione.

  • AIRONE

È una specie parzialmente sedentaria e nidificante. In Italia è possibile vedere esemplari di airone soprattutto al nord, lungo i fiumi della Pianura Padana, dove sono concentrate molte delle sue colonie, ma anche tra le risaie del Piemonte e della Lombardia. Molti individui si possono avvistare in Toscana, lungo le sponde dell’Arno e del Serchio. Inoltre, si possono osservare nell’alta valle del Velino e sulle rive del Tevere e dei suoi affluenti.

CALENDARIO MIGRAZIONE DEGLI UCCELLI

In questa pagina trovate i periodi di migrazione, da agosto fino all’autunno inoltrato, di ciascuna specie di uccelli. Quanto agli orari, tutto dipende dalla specie di uccelli. Rondini, falchi e cicogne, per esempio, volano di giorno e durante la notte riposano prima di riprendere il cammino il giorno successivo. Le allodole, invece, sono tra gli uccelli che preferiscono viaggiare esclusivamente di notte e lao fanno in primo luogo per evitare i predatori sempre in agguato lungo la rotta.

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COME SI ORIENTANO GLI UCCELLI PER MIGRARE

Per orientarsi durante la migrazione, gli uccelli hanno tre tipi di orientamento. Magnetico, geografico, astronomico. Nel primo caso contano dei sensori chimici che gli uccelli hanno sul corpo e anche sul becco, e funzionano come un GPS naturale. Grazie a questi sensori, gli uccelli durante il viaggio non perdono mai la rotta. L’orientamento geografico è figlio invece dell’abitudine. A forza di percorrere sempre la stessa rotta, gli uccelli migratori sono in grado di procedere in modo automatico, orientandosi con lo sguardo sulle coste, sui fiumi e sulle montagne. Quanto all’orientamento astronomico, in questo caso la bussola è fornita dalla costellazione delle stelle e dalla posizione del sole. Da non sottovalutare l’insegnamento a orientarsi che, negli uccelli migratori, si trasmette da generazione in generazione, mentre in testa a ogni stormo c’è sempre un gruppo di uccelli considerati più esperti e più capaci di conoscere la rotta e le eventuali insidie.

QUANTO DURA LA MIGRAZIONE DEGLI UCCELLI?

La migrazione degli uccelli è un fenomeno di massa e di lunga durata. Se partiamo dal numero complessivo delle specie di uccelli, diecimila, una su cinque compie migrazioni stagionali regolari. Talvolta maschi e femmine viaggiano insieme, in altri casi invece i voli sono solitari. Il dispendio di energie per il viaggio è molto alto, e per questo l’accumulo di scorte di grasso inizia ben prima della partenza. Nel periodo che precede il viaggio gli uccelli migratori sono molto irrequieti e sensibili: sanno che ogni spostamento è un rischio, e i predatori sono sempre dietro l’angolo, specie quando hanno scelto i siti dove conviene per loro appostarsi. La durata della migrazione varia dal tipo di viaggio e dalla possibilità di farlo a tappe oppure senza scali. Il volo più lungo, senza scalo, è quello della pittima minore, della famiglia delle beccacce: dall’Alaska fino alla Nuova Zelanda, per 11 mila chilometri, tutti d’un fiato e senza mai fermarsi.

UCCELLI E RISPARMIO ENERGETICO

Il più significativo risparmio energetico per gli uccelli, durante le migrazioni, avviene con i voli di gruppo. Se gli uccelli volano in stormi, grazie alla sincronizzazione dei battiti delle ali, beneficiano di un risparmio energetico pari al 20 per cento rispetto a un uccello che vola da solo. Grazie a uno studio dell’università di Lund, in Svezia, si è scoperto che la pernice bianca è l’uccello che ha le migliori capacità per risparmiare energia. Come fa? Durante i cinque mesi dell’anno in cui fa buio tutto il giorno, riduce al minimo le spese energetiche per mantenere le difese immunitarie al livello di guardia.

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