Letizia non bada a spese

«Non sono ancora in grado di dirlo. È un calcolo che faremo alla fine della campagna elettorale e ne daremo notizia con trasparenza». Risponde così il sindaco uscente di Milano, Letizia Moratti, a chi le domanda quanti soldi abbia intenzione di investire nella campagna elettorale per le elezioni amministrative del 2011. Anzi, domenica 17 aprile […]

«Non sono ancora in grado di dirlo. È un calcolo che faremo alla fine della campagna elettorale e ne daremo notizia con trasparenza». Risponde così il sindaco uscente di Milano, Letizia Moratti, a chi le domanda quanti soldi abbia intenzione di investire nella campagna elettorale per le elezioni amministrative del 2011. Anzi, domenica 17 aprile in un’intervista Repubblica ha annunciato che saranno meno di quelli investiti nelle scorse elezioni comunali: quindi un numero inferiore a quello di sei milioni di euro.
Sulla cifra nelle ultime settimane si è molto fantasticato e non solo nei salotti delle sciure milanesi. Se ne favoleggia nel centrosinistra come nel centrodestra, senza però arrivare a un dato preciso.
DA 2 A 50 MILIONI DI EURO. Le ipotesi sul budget elettorale della Moratti sono le più varie: si passa da quella minimalista di 2 milioni di euro ai 15 milioni, per arrivare fino ai 50. E gli altri candidati? Briciole: poche decine di migliaia di euro ciascuno.
Nulla di male se la famiglia Moratti vuole investire nella competizione elettorale il proprio denaro, anche se molti sottolineano il fatto che le regole del gioco in democrazia, in mancanza di una legge, a volte appaiono falsate dalla disparità di consistenza economica.
AL BAR CON LETIZIA. Del resto, Letizia Moratti campeggia in ogni angolo della città. Sulle vetrate delle nuove fermate dell’autobus disegnate dall’architetto Norman Foster. Nella casella postale di tutti i milanesi, con un maxi volume di 160 pagine a colori, stampato in 500 mila copie e spedito a casa.
Oppure al bar con gli amici, sui tavolini dove di solito ci sono anche i volantini dei centri massaggi dei cinesi. O dal destista. Quando si sale sul tram o quando si sceglie di fare una passeggiata in centro o periferia. La Moratti è ovunque. Dai manifesti sorride. Parla con gli architetti, con i vigili, con gli anziani. Ride con i bambini. Spazza le strade.

Money, money, money

«I soldi», continuano a ripetere alcune fonti anonime di palazzo Marino, «sono tanti». E aggiungono che, come nel 2006, il marito Giammarco Moratti si è impegnato a sostenere la consorte nella battaglia elettorale: una sorta di (quasi) inesauribile sportello bancario aperto 24 ore su 24.
UN MILIONE PER IL LIBRO. All’epoca Moratti di euro ne impegnò sicuramente almeno 6 milioni e 335 mila. Il dato emerge dai contributi che avrebbe versato dalla Saras, l’azienda petrolifera di famiglia, al comitato elettorale della moglie.
Ma questa volta sono aumentati o diminuiti? Solo per il volume, stando al deputato milanese del Partito democratico Emanuele Fiano, «la cifra si aggira di sicuro intorno al milione di euro».
Più del doppio di quello che il candidato del Terzo polo Manfredi Palmeri sostiene di avere in totale a disposizione «500 mila euro».
PISAPIA SI FERMA SOTTO. Mentre il principale concorrente del sindaco uscente, l’avvocato penalista Giuliano Pisapia, appoggiato dalla coalizione di centrosinistra, ha ammesso di aver investito nella competizione circa 1 milione di euro. E sostiene che la Moratti sta impegnando complessivamente una cifra che «si aggirebbe intorno ai 14-15 milioni di euro».
I numeri che circolano intorno all’ex deputato di Rifondazione comunista non sembrano differire molto dai dati riportati da alcuni quotidiani negli ultimi giorni, anche se qualcuno parla di una campagna costata circa 3 milioni. Il grosso sarebbe rappresentato da contributi volontari di cittadini e associazioni, o da altri versamenti spontanei.

Da 2,2 milioni a circa 50

In assenza di dichiarazioni ufficiali, è difficile districarsi nella selva di numeri. Panorama, il giornale della Mondadori di proprietà della famiglia Berlusconi, indica per esempio che il budget per il sindaco uscente di centrodestra non dovrebbe superare i 2,2 milioni di euro.
Un dato quasi sicuramente per difetto, che stride sia con la dichiarazione di Pisapia sia con quella di Fiano e che diventa decisamente piccolo secondo le parole di Giuseppe Valditara, senatore di Futuro e libertà.
«Sono sicuro che i milioni in ballo per la campagna Moratti siano alcune decine, tra i 40 e i 50», ha sostenuto l’ex esponente del Pdl, che i meccanismi della competizione elettorale li conosce bene.
CONFRONTO CON LE POLITICHE. Nelle elezioni politiche nazionali del 2008, il Pd solo per la fase di start up aveva preventivato di spendere circa 5 milioni di euro, compresi i rapporti con il team di agenzie di comunicazione (Scuola Emanuele Pirella, Saatchi & Saatchi e Mccain Erikson).
Alleanza nazionale, allora il partito di Gianfranco Fini, anche grazie al supporto dell’agenzia Leo Burnett aveva investito ufficialmente circa 3 milioni di euro, di cui 1,3 milioni per le affissioni, 300 mila per gli spot radio e tivù e 90 mila per la produzione delle nuove bandiere.
Insomma, fatto il confronto forse 40 milioni sono un po’ troppo per semplici elezioni comunali. Ma se si guardano i sondaggi che danno il sindaco uscente solo tra il 42 e il 45%, e considerata l’importanza nazionale della piazza milanese forse Moratti ha deciso di mettere mano pesantemente al portafoglio.

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