Le città intelligenti risparmiano quindici milioni di dollari l’anno

Non solo i grandi eventi come gli incontri dei G20, che vedono insieme i piu’ importanti governanti della Terra, o i summit di Davos, in cui si confrontano i principali economisti internazionali. Ci sono incontri in cui esponenti dell’industria, della tecnologia e analisti si incontrano per delineare gli sviluppi futuri capaci di rivoluzionare il mondo […]

Non solo i grandi eventi come gli incontri dei G20, che vedono insieme i piu’ importanti governanti della Terra, o i summit di Davos, in cui si confrontano i principali economisti internazionali. Ci sono incontri in cui esponenti dell’industria, della tecnologia e analisti si incontrano per delineare gli sviluppi futuri capaci di rivoluzionare il mondo senza finire sulle prime pagine dei giornali. Come lo Smarter Cities Forum 2010 che si e’ svolto a inizio giugno a Shanghai e che ha portato circa tra 800 urbanisti e docenti universitari a confrontarsi sui possibili sviluppi delle citta’. Il tema centrale dell’evento organizzato da Ibm e’ stato il contributo che le tecnologie possono fornire per migliorare i servizi alle comunita’ salvaguardando l’ambiente. La localita’ scelta non e’ stata casuale, se si considera che secondo diverse ricerche il 97% delle citta’ che nei prossimi decenni cresceranno con maggiore rapidita’ si trovano nei paesi emergenti, con l’area asiatica a tirare le fila.
Shanghai e’ l’emblema di questo scenario, con una crescita impetuosa nelle ultime due decadi che l’ha portata ad affermarsi come un centro economico tra i piu’ importanti al mondo. Il tutto con implicazioni inimmaginabili solo poco tempo fa: dalla necessita’ di assicurare uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale all’imperativo di creare una rete efficiente di trasporti per soddisfare la popolazione che vive e lavora nella citta’, dal rinnovamento dei servizi sociali per fronteggiare la crescita impetuosa degli abitanti alle politiche per l’approvvigionamento delle materie prime (l’acqua su tutte) necessarie per la vita di ogni giorno. Il filone delle citta’ piu’ intelligenti e’ tra i temi cardine del programma Smarter Planet di Ibm: finora il gruppo statunitense ha organizzato un centinaio di conferenze sul tema, convogliando oltre 2mila amministratori locali.
Secondo un primo bilancio di Smarter Cities, le 439 citta’ che hanno adottato soluzioni contro la congestione del traffico come il controllo degli accessi, l’automazione della segnaletica e la gestione degli incidenti hanno ridotto di circa 700mila ore l’anno il tempo perso negli ingorghi e risparmiato piu’ di 15 milioni di dollari. In alcune citta’ il traffico nei periodi di punta e’ diminuito fino al 18%, le emissioni di anidride carbonica si sono ridotte fino al 14%, mentre l’utilizzo dei mezzi pubblici e’ cresciuto del 7%.
Gli interventi pubblici devono fare i conti con la burocrazia e il consenso dell’opinione pubblica e questi due fattori in passato hanno frenato alcune iniziative di innovazione, ma non mancano esempi illuminanti. Come quello di Gunnar Soderholm, assessore alla salute e all’ambiente della citta’ di Stoccolma, che ha visto impantanarsi il suo progetto per un sistema di traffico intelligente a causa di resistenze di varia natura e si e’ tirato fuori dall’impasse facendo partire il progetto come esperimento pilota. Sette mesi di applicazione di un sistema che rivelava e identificava i veicoli in ingresso o in uscita dal centro cittadino, addebitando pedaggi a tariffe diversificate a seconda del mezzo e dell’ora del giorno, gli hanno consentito di dimostrare che occorreva un approccio sistemico, che portasse anche a una revisione dell’intero modello di trasporto pubblico. Dopo aver pubblicato i miglioramenti ottenuti, un referendum tra i cittadini ha approvato le sue scelte.
I sistemi intelligenti si stanno diffondendo anche nel campo delle telecomunicazioni: l’enorme quantita’ di dati trasmessi dai dispositivi fissi e mobili in uso sta creando una crescita continua della domanda di banda larga, ma questa esigenza fa i conti con il fatto che la meta’ del pianeta non dispone ancora di servizi di comunicazione affidabili, mentre molti cittadini continuano a lamentare l’assenza di servizi essenziali nelle citta’. Un problema pressante in molte localita’ dell’India, dove la compagnia di tlc Barthi Airtel ha messo a punto un’infrastruttura tecnologica per potenziare il segnale nelle aree rurali. Tra le iniziative lanciate c’e’ “mCheck”, che consente di pagare le bollette da casa o da totem pubblici senza sobbarcarsi chilometri per raggiungere l’ufficio postale piu’ vicino. Un rafforzamento della rete wireless ha portato, inoltre, a creare un servizio attraverso il quale i pescatori possono conoscere in tempo reale i prezzi correnti sui vari mercati cittadini, in modo da vendere il proprio pescato al miglior acquirente: il risultato nei primi due anni di applicazione e’ stato un aumento del fatturato intorno al 50%. Ai trasporti e alle tecnologie di comunicazione si lega anche il tema della supply chain, con le aziende chiamate a migliorare la catena che va dall’approvvigionamento alla distribuzione. In questa direzione si e’ mosso Yansha, retailer cinese che tratta marche di fascia alta, realizzando una piattaforma all’avanguardia per la gestione della supply chain basata su architettura Soa per i propri 1.800 fornitori, riducendo i tempi di evasione degli ordini da 2,5 giorni a 4,5 ore. Mentre la norvegese Telenor ha sviluppato una nuova tecnologia, denominata Pasta (acronimo di Presence Advanced Services for Telco Applications) che consente a reti e dispositivi mobili di conoscere automaticamente l’ubicazione e le preferenze degli utenti mentre questi si spostano, lavorano o viaggiano.
Gli investimenti degli Stati per l’educazione sono cresciuti del 42% a livello mondiale nell’ultimo decennio, ma il settore ora si trova a fare i conti con le difficolta’ di bilancio di molti paesi, che spingono a una riduzione dei trasferimenti pubblici. Il Brandeburgo ha conosciuto un progressivo spopolamento dopo l’unificazione tedesca e molti istituti scolastici hanno chiuso i battenti: attraverso una soluzione messa a disposizione da Big Blue, 18mila insegnanti stanno lavorando a una piattaforma per l’insegnamento online che coinvolge 220mila studenti. Tutti esempi di come sia possibile costruire un pianete piu’ intelligente integrando o perfezionando le tecnologie gia’ esistente, con l’aggiunta di un pizzico di creativita’.

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