Lavoro in Italia: siamo “poco occupabili”, mentre in Germania…

Dovremmo importare il modello della Germania, dove il 61 per cento dei lavoratori dell'industria ha un diploma tecnico e più del 50 per cento dei giovani disoccupati tedeschi trova un posto di lavoro in meno di 3 mesi e solo il 12 per cento aspetta un anno

Poco occupabili. Ovvero, privi dei requisiti essenziali per trovare un posto di lavoro in Italia. Attorno a queste due parole, pronunciate da Enrico Giovannini, le vestali del “politicamente corretto” hanno scatenato una vera bufera di commenti contro il ministro del Lavoro, costretto perfino a fare un comunicato per chiarire il suo pensiero. Il punto, però, non è l’incidente, in termini di comunicazione, di un ministro, ma la sostanza di cui stiamo parlando: perché in Italia, dove il tasso di disoccupazione giovanile sfonda la drammatica cifra del 40 per cento, esiste un problema di formazione dei ragazzi, e dunque di avviamento al lavoro.

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Lavoro in Italia – Non a caso, Giovannini parlava commentando i dati Ocse che vedono l’Italia in fondo alla classifica di 24 paesi per competenze linguistiche e conoscenza della matematica. Si potrebbe dire: la scuola italiana non funziona, e non è una novità. Ma in realtà, se guardiamo bene le statistiche, si scopre anche che il 30 per cento degli italiani in età compresa tra i 25 e i 34 anni non ha un diploma di scuola secondaria. La media dell’Ocse è del 10 per cento. Dunque il problema della formazione riguarda sì la qualità degli studi, ma anche e forse innanzitutto il rapporto tra la scuola e il lavoro. Laddove questo rapporto in Italia non esiste, e i nostri giovani sono appunto poco occupabili.

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Dovremmo, invece di continuare a invocare Grandi Riforme (quante ne abbiamo fatte nel mondo della scuola…), prendere un modello che funziona in Europa e importarlo in Italia. E’ il caso della Germania, dove il tasso di disoccupazione giovanile è molto basso, e il 61 per cento dei lavoratori dell’industria ha un diploma tecnico. Inoltre più del 50 per cento dei giovani disoccupati tedeschi trova un posto di lavoro in meno di 3 mesi e solo il 12 per cento aspetta un anno. La metà dei ragazzi tedeschi frequenta un corso di formazione professionale, con 340 vocazioni diverse, dall’infermiere al bancario, dal meccanico all’elettronico. Tre giorni alla settimana training in azienda e due giorni in aula. Si può fare qualcosa del genere anche in Italia? O dobbiamo solo continuare a commentare i dati che ci dicono perché siamo poco occupabili?

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