L’applicazione che salva la bolletta

Relazioni virtuali, tutt’altro che frivole: Facebook rafforza la responsabilità d’impresa puntando a ridurre gli sprechi. Complice, ovvio, la rete di contatti tipica del social network. La bacheca virtuale ha siglato un accordo con la start-up di servizi Opower e il Natural Resources Defence Council, per lanciare un’applicazione che permetta di calcolare i consumi energetici domestici, […]

Relazioni virtuali, tutt’altro che frivole: Facebook rafforza la responsabilità d’impresa puntando a ridurre gli sprechi. Complice, ovvio, la rete di contatti tipica del social network. La bacheca virtuale ha siglato un accordo con la start-up di servizi Opower e il Natural Resources Defence Council, per lanciare un’applicazione che permetta di calcolare i consumi energetici domestici, raffrontandoli con quelli degli amici o di altri utenti. La sinergia, operativa nei primi mesi del 2012, connetterà gli 800 milioni di iscritti alla community con oltre 60 società partner di Opower che raggiungono 55 milioni di abitazioni americane.

SPRECHI – La utility ha già sviluppato un software che consente di monitorare il dispendio di energia e di ricevere avvisi se si sta superando il tetto stabilito, con conseguente salasso in bolletta. Lo stimolo proattivo incentiva comportamenti responsabili per fare economia. La nuova applicazione su Facebook renderà il meccanismo social: gli utenti potranno ottenere informazioni direttamente dal fornitore e incrociare la propria media casalinga con quella riferita allo stesso target nazionale. Non solo: sul portale si potranno lanciare sfide per le performance più virtuose, condividere consigli su come migliorare l’efficienza, creare gruppi per iniziative e feed-back reciproci.

ESEMPI – La Commonwealth Edison, la città di Palo Alto e la Glendale Water & Power faranno da apripista, consentendo ai clienti di importare dati sull’applicazione. Tradotto in cifre: 4 milioni di abitanti tra cui l’intera città di Chicago. Il Natural Resources Defence Council stima che promuovere le buone pratiche potrebbe ridurre i costi di 700 miliardi di dollari: motivo per cui la partecipazione dal basso è decisiva. L’ente non è nuovo a iniziative analoghe, basate sul passaparola, come la campagna The Hood River Conservation Project promossa nei primi anni Ottanta: il piano quinquennale, con un investimento di 20 milioni di dollari, ha contribuito con successo a rendere più efficienti gli impianti di riscaldamento domestico (idrico e ambientale) nella regione dell’Oregon. Con la nuova partnership, mira a risultati ancora più incisivi: «La fattura mensile è generica e non dettagliata», sintetizza Jenny Powers, portavoce del Natural Resources Defence Council. «L’applicazione sociale aiuterà le persone a cogliere l’essenza di ciò che finisce in bolletta». Il donwload sarà annunciato sulla pagina tematica del portale, Green on Facebook, che la scorsa settimana ha festeggiato i 100 mila «mi piace».

ITALIA – L’idea miete consensi anche in Italia, dove il tam-tam sul risparmio energetico rimbalza su forum e blog. Andrea Segrè, preside della facoltà di agraria all’Università di Bologna e promotore di Un anno contro lo spreco, conferma: «I social network e i dispositivi di geo-localizzazione coinvolgono il singolo consumatore, innescando meccanismi virtuosi anche in forma di gara o di gioco. Sul nostro sito, ad esempio, è vivace il dibattito sul consumo idrico». Cliccatissimo il vademecum per il risparmio di «oro blu», che suggerisce di sostituire la minerale in bottiglia con il metodo fai-da-te: «Basta lasciar evaporare il cloro dall’acqua del rubinetto, aggiungere qualche goccia di limone e riporre in frigo: si otterrà una bibita gradevolissima, quasi come un buon vino». Il Facebook pensiero, secondo l’esperto, riflette il trend futuro – auspicato da più parti – del decentramento energetico: «Penso agli scarti della produzione agricola», spiega Segrè, «che si potrebbero utilizzare su base locale, trasformandoli in biogas». Sì alla filiera corta, dunque, dalla tavola ai consumi domestici: «Mi sembra che la nuova applicazione sia sulla strada giusta», valuta il professore, «per spingere le comunità a condividere le risorse presenti sul territorio».

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