La vita privata? E’ perduta

Era bella, la vita privata. Non era male, prima che fosse distrutta dalle tecnologie e dall’ideologia della trasparenza assoluta, un rifugio dove gli individui potessero mettersi al riparo dallo sguardo indagatore della società e dell’autorità. Dove ci si poteva nascondere. Dicono, gli ossessi della trasparenza, i fanatici del totalitarismo guardone: non ho niente da nascondere. […]

Era bella, la vita privata. Non era male, prima che fosse distrutta dalle tecnologie e dall’ideologia della trasparenza assoluta, un rifugio dove gli individui potessero mettersi al riparo dallo sguardo indagatore della società e dell’autorità. Dove ci si poteva nascondere. Dicono, gli ossessi della trasparenza, i fanatici del totalitarismo guardone: non ho niente da nascondere. Ecco, la vita privata era meravigliosa perché era uno spazio protetto dove gli altri non si dovevano impicciare. Prima che, complici telefonini e mail, prendessero definitivamente il potere facendo il deserto dove prima c’era la vita privata.

La vita privata non esisteva prima del mondo moderno, prima delle ragazze di Vermeer, prima del romanzo ottocentesco, prima delle abitazioni che creavano attorno alle persone un’atmosfera domestica, spesso tempestosa e tossica, ma sempre meglio di una vita interamente assorbita dallo spazio pubblico. La vita privata non esisteva nel mondo pre-moderno e cessa di esistere nel mondo post-moderno. Intercettare illegalmente è diventata pratica comune nei giornali che appartengono a gruppi editoriali spregiudicati. Intercettare legalmente è diventata pratica comune di magistrati che inseriscono nei loro atti giudiziari migliaia e migliaia di pagine di intercettazioni destinate a diventare pubbliche anche se vengono coinvolte persone non accusate di alcun reato. La carta di credito passa al vaglio di chi vuole e può sapere dove sei andato, con chi sei andato, cosa hai comprato, cosa hai mangiato. Le mappe satellitari di Google ti troveranno ovunque. Le telecamere disseminate per le strade della città restituiranno con le immagini tutto di te: dove hai passeggiato, con chi, gesticolando come. Il telepass dirà dove hai trascorso il weekend, quale città hai visitato, con quante persone a bordo.

Poi ci sono le mail, che si usano come fossero la posta di un tempo. Ma un tempo la posta era sigillata, chiusa, affrancata, senza mediazioni e spiate tra il mittente e il destinatario. Nella posta elettronica, mentre scrivi, qualcuno sa già tutto: e un giorno potrebbe usarlo contro di te, oppure userà le informazioni per una pubblicità sempre più personalizzata. Il telefono cellulare capterà ogni sospiro. I messaggi inviati via sms, apparentemente così intimi e personali, sono rintracciabili, traducibili, alla mercé di chiunque, del potere, dei colleghi, dei familiari. La vita privata? Via, distrutta, massacrata. Era bella, la vita privata.          

 

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